Sono 21, sono meno di quanti dovrebbero essere secondo la pianta organica, ma rappresentano il cuore della macchina comunale. E soprattutto sono ormai ufficialmente l’oggetto della “guerra” in corso tra le organizzazioni sindacali e l’Amministrazione. È sui dirigenti di Palazzo Zanca che si consuma il più duro degli scontri, sul loro ruolo, certo, ma in particolar modo sui loro “incassi”. Già, perché secondo un rapido calcolo, nel solo triennio che va dal 2011 al 2013 (ma già se ne sta concludendo un altro), i dirigenti del Comune avrebbero intascato 3,2 milioni di euro in più rispetto al dovuto. È l’ultima, pesante denuncia di Cgil, Cisl e Csa, che hanno deciso di passare all’attacco e di sollevare un muro davanti alle richieste del “capo” dei dirigenti stessi, il direttore generale nonché segretario generale Antonio Le Donne.
Un assaggio lo si era avuto già nei giorni scorsi, quando dai sindacati stessi e dalla Cgil in particolare era partita la proposta, di fronte alle difficoltà dei servizi sociali, di pescare nel fondo della dirigenza per trovare quelle risorse che oggi mancano e hanno reso cortissima la coperta. Ed è proprio il fondo della dirigenza, il pomo della discordia. A luglio, in due occasioni, Le donne aveva comunicato ai sindacati di avere sottoscritto l’ipotesi di accordo dei contratti decentrati della dirigenza per gli anni 2011-2013 con una sola organizzazione, la Diracom-Direl. Che, non a caso, è il sindacato dei dirigenti. Né i confederali (Cgil, Cisl e Uil) né il Csa avevano sottoscritto alcunché.
E adesso proprio i segretari delle funzioni pubbliche di Cgil e Cisl, Clara Crocè e Calogero Emanuele, e quello del Csa, Pietro Fotia, ribadiscono le ragioni del loro no, sottolineando peraltro che l’iter procedurale dei contratti decentrati non si è ancora concluso, non essendoci ancora né il parere dei revisori dei conti né l’autorizzazione della Giunta municipale. Cgil, Cisl e Csa utilizzano un termine preciso, a proposito della costituzione del fondo: «illegittima». Primo, perché la rivalutazione operata con determina dirigenziale l’11 maggio 2015 relativamente al fondo 2011 (replicata quindi per 2012 e 2013), che ha prodotto un incremento annuo di 287 mila euro da dividere per tutti i dirigenti, «è palesemente illegittima così come sancito dalla Corte di Cassazione». Secondo, perché negli stessi fondi annui è stato inserito un importo di 791.566 euro l’anno, anch’esso «palesemente illegittimo», come chiarito da un parere dei revisori dei conti del Comune del 17 maggio 2013. La sintesi, secondo i sindacati, è che «i fondi dell’area dirigenza anni 2011-2013 appaiono illegittimamente incrementati di 3 milioni 235 mila 916 euro». Il tutto mentre si fanno i salti mortali per pagare anche un semplice acconto a tutti gli altri dipendenti. Come dire che al Comune è crisi per tutti, tranne per i dirigenti.
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