Sulle prime ieri sera, quando le prime agenzie sono giunte in redazione, si era pensato al solito tiro mancino della “Zanzara”. La fortunata trasmissione di Radio 24 ed il suo conduttore Giuseppe Cruciani, non sono nuovi a situazioni del genere, spesso ricorrendo anche a straordinari imitatori. Poi si è capito che era tutto vero. Renato Accorinti, intervistato telefonicamente, è andato a ruota libera su una serie di temi che da sempre hanno diviso l'opinione pubblica: droghe leggere e pesanti, bordelli, quartieri a luci rosse, rom. Spesso utilizzando un linguaggio inutilmente e banalmente scurrile come quando ha definito l'ottantenne Berlusconi un Don Minchia che per megalomania voleva fare il Ponte sullo Stretto. Il rischio di cadere nel bieco moralismo quando si discute di linguaggio o di temi come droghe e prostituzione, c'è senz'altro ma in questo caso il problema è un altro e scaturisce dal momento che sta vivendo la città. Difficile appassionare i messinesi con argomenti di portata mondiale quando ci si trova con la spazzatura sotto casa, le scuole che cadono a pezzi, i servizi sociali che non funzionano, l'acquedotto che rischia di franare lasciando una città assetata. Qualunquismo da quattro soldi? Non la pensano così i messinesi che ogni giorno devono fare i conti con questi problemi e che non riescono ad appassionarsi all'idea di avere in città un bel quartiere a luci rosse o al pensiero che una volta in India Accorinti, durante un rituale, ha fumato non una canna ma addirittura un cannone. Diciamolo con chiarezza. I temi affrontati dal sindaco sono seri, magari meritavano una trattazione più approfondita, e in qualche caso anche condivisibili. Ad esempio chi non vorrebbe togliere le donne dalla strada ed impedire il tremendo mercimonio del corpo spesso di povere ragazze venute da lontano con il miraggio di un'altra vita e un altro lavoro? Ma chiedere a un messinese se vorrebbe un quartiere a luci rosse mentre in alcuni villaggi manca la pubblica illuminazione, le strade sono piene di buche, i cimiteri sono ammassi di rovi, i costoni delle colline si sbriciolano appare una vera e propria provocazione. E come spiegare a tutte quelle associazioni che si battono per strappare i giovani alla droga che si vorrebbe legalizzare non solo la marijuana ma anche la cocaina per bruciare gli introiti della mafia? Accorinti poi spiega che per la cocaina bisogna fare un percorso controllato perchè chi ha quella dipendenza solo in questa maniera può essere supportato. Messaggio forte che molti esperti del settore giudicano sbagliato e che comunque può essere facilmente frainteso. Ovviamente nessuna crocifissione di Accorinti che ha solo espresso alcuni concetti con un linguaggio e toni che possono irritare il cittadino che ogni giorno deve fare i conti con emergenze di ogni genere. A lui oggi si chiede il massimo impegno per risolvere i problemi di Messina o comunque che utilizzi questa sua enorme popolarità sulla stampa nazionale per portare benefici ad una città che ha visto negli ultimi la sua immagine crollare ai minimi storici. Per i quartieri a luci rosse c'è sempre tempo. Posto che sia un'esigenza di questa città.
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