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Bottiglie contro le palazzine di Cristo Re

Bottiglie contro le palazzine di Cristo Re

È ormai una tradizione soprattutto per tanti giovani messinesi. Festeggiare il compleanno alla mezzanotte nell’incantevole balcone di Cristo Re – attrazione e meta turistica dei crocieristi di giorno – con tanto di amici e bottiglie di spumante o birra.

Sin qui la “stappata” (così è omai tramandata stando allo slang degli adolescenti messinesi), che però sempre più spesso sta assumendo contorni tutt’altro che spensierati. E così quasi ogni sera il brindisi è accompagnato da giochi d’artificio, spesso maneggiati pericolosamente dai ragazzi in violazione a quanto prevede il codice penale per “chiunque accenda o spari fuochi d’artificio senza licenza”. Ma fosse solo questo si potrebbe anche chiudere un occhio...

E invece sempre più spesso, purtroppo, si stanno ripetendo veri e propri atti crimali, come il lancio delle bottiglie delle bevande appena consumate contro le palazzine sottostanti il “balcone” di Cristo Re. Un tiro al bersaglio che evidentemente diverte questi criminali, ma che ha già causato pesanti danni e messo seriamente a rischio i condomini di alcuni palazzi. Numerose le denunce (quasi mensili da oltre un anno) a cui ha fatto seguito anche un esposto alla Procura della repubblica. Nei mesi scorsi un bottiglia ha mandato in frantumi la finestra di un appartamento, in un altro caso ha colpito la caldaia di una abitazione attigua, mentre giornalmente i cocci delle bottiglie distrutte riempiono i balconi delle palazzine oggetto dei lanci, come dimostrano le fotografie che pubblichiamo a fianco.

Senza contare il disturbo alla quiete pubblica e la paura provocata anche a bimbi piccoli nella notte, a seguito del “boato” delle bottiglie che si schiantano contro vetri e pareti. Un continuo che ha ormai mandato in tilt il sistema nervoso di moltissimi inquilini che si sono rivolti alle forze dell’ordine. Ma Polizia e Carabinieri sono impotenti davanti a episodi gravissimi che però, evidentemente, nessuno riesce a impedire. «O forse – come scrivono amaramente i condomini nell’esposto alla Procura – dobbiamo aspettare, come spesso succede in questa nostra povera Italia, che ci scappi come al solito il morto prima che si intervenga?».(m.c.)

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