“Nessun passo indietro, amo la mia città e confermo di volermi impegnare a guidarla, ma le amministrative saranno nel 2018.” E così Giovanni Ardizzone ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche che si erano scatenate ieri sera dopo pochi minuti che le agenzie di stampa avevano battuto le sue dichiarazioni sulla ricandidatura alla Regione. Al termine della seduta dell'Ars, il presidente aveva annunciato l'intenzione di non interrompere il percorso avviato nel 2012 e quindi si era detto nuovamente in corsa per le regionali del 2017. Appunto nel 2017 , cioè un anno prima delle amministrative, ma anche delle politiche. Praticamente i partiti saranno in campagna elettorale per due anni consecutivi. Per il presidente Ardizzone, in questo momento, è importante non interrompere il lavoro avviato nell'aula di Palermo, che ha prodotto molti frutti e riforme. E , comunque, a Messina il sindaco in carica c'è e il suo mandato scadrà fra due anni. Quindi il problema non si pone. E se anche fosse ancora deputato regionale, la legge non impedirebbe ad Ardizzone di candidarsi a sindaco di Messina. Infatti l'incompatibilità scatterebbe al momento dell'elezione: solo in quel caso solo dovrebbe dimettersi dall'Assemblea. “Sono discorsi inutili per me, ma forse utili per chi non vorrebbe che vedermi in lizza- sospetta il Presidente- e ama creare confusione”. Ardizzone non ci pensa due volte e, a domanda precisa, conferma quanto aveva detto nel maggio scorso: “Sono disponibile a mettermi in gioco per Messina, la mia città che amo, ma lo farò da uomo libero, senza apparentamenti né inciuci con partiti o personaggi che non stimo.”
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