Va avanti l’inchiesta giudiziaria del sostituto procuratore Rosanna Casabona sul decesso della puerpera Lavinia Marano, il cui cuore ha cessato di battere venerdì mattina, al Policlinico.
Ieri, i carabinieri della Compagnia Messina Sud (guidati dal maggiore Paolo Leoncini) e della Stazione di Gazzi (coordinati dal maresciallo Giuseppe Caroleo) hanno ultimato le procedure di identificazione del personale medico e paramedico che ha avuto in cura e ha assistito la quarantaquattrennne assicuratrice e cantante messinese. Successivamente, il magistrato ha iscritto nel registro degli indagati cinque persone, tutte del reparto di Ostetricia e ginecologia, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo.
I militari dell’Arma hanno anche sequestrato le cartelle cliniche e i certificati riguardanti la paziente, mentre l’autopsia sul corpo di Lavinia Marano sarà effettuata domani pomeriggio, all’obitorio dell’azienda ospedaliera di viale Gazzi. All’esame tecnico irripetibile, indispensabile per chiarire le cause del decesso, parteciperanno come consulenti delle parti offese i dottori Giovanni Crisafulli e Fabrizio Perri, nominati dagli avvocati Giovanni Caroè e Nunzio Rosso, che assistono i familiari della deceduta.
I parenti di Lavinia Marano chiedono di accertare cosa sia accaduto esattamente nel reparto di Ostetricia e ginecologia e le eventuali responsabilità in questa drammatica vicenda, in cui la nota positiva è rappresentata dalla nascita del piccolo Francesco, che la paziente ha dato alla luce giovedì, prima di piombare in un incubo sfociato nella morte Alle 18, Lavinia Marano ha partorito il bimbo con taglio cesareo. La situazione sembrava tranquilla fino alle 21, quando sono sorte le prime complicazioni all’utero che hanno reso necessario un intervento di tamponamento per arrestare l’emorragia. Alle 4 la situazione è peggiorata e si è deciso di asportare l’organo. Il quadro clinico è ulteriormente precipitato e la 44enne è stata trasferita in Terapia intensiva cardiovascolare, dove è spirata venerdì, alle 8,45. Nella denuncia presentata ai carabinieri della Stazione di Gazzi, i familiari hanno sottolineato che per i medici «la donna poteva benissimo partorire spontaneamente e che non c’era bisogno di effettuare il parto cesareo», ma poi il ginecologo del reparto avrebbe optato per questa soluzione. In seguito al parto, la signora Marano, pur felice per l’evento, «non aveva neanche la forza di parlare, respirava con difficoltà, non ce la faceva a tossire ed aveva un forte senso di vomito, tant’è che neanche mezz’ora dopo è diventata fredda e pallida. L’ostetrica di turno, insospettitasi per gli evidenti sintomi negativi, alzate le coperte del letto in cui riposava la paziente, si è accorta che la stessa era in un lago di sangue», si legge ancora nella denuncia.
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