Meno di un mese di tempo per approvare gli atti economico-finanziari o, in caso contrario, si andrà incontro alla decadenza del consiglio comunale ma anche del sindaco e della sua giunta. Come per tutti, o quasi, i Comuni siciliani, anche su Messina pende una minacciosa spada di Damocle. È la disposizione contenuta nella recente circolare dell’assessorato degli Enti locali che indica «l’inadempienza da mancata approvazione del rendiconto di gestione o da mancata deliberazione del bilancio di previsione» tra le cause della «cessazione anticipata di uno degli organi», in questo caso il consiglio comunale, che comporta, però, anche «la cessazione anticipata degli altri organi, la nomina di un commissario straordinario e l’avvio delle procedure dirette all’indizione delle nuove elezioni».
Certo, che la Regione siciliana, storicamente simbolo dell’inefficienza e delle inadempienze, colei che per sopravvivere ha “svenduto” la propria autonomia allo Stato e, nello stesso tempo, con la riduzione dei trasferimenti, ha “strangolato” gli enti locali, imponga ultimatum di tal genere la dice lunga sulle disastrose contraddizioni che rendono la nostra meravigliosa Isola lo “zimbello” d’Italia. Ma tant’è.
Malgrado la rivolta dei singoli Comuni e la dura presa posizione dell’Anci, bisogna fare i conti, al momento, con gli effetti della circolare firmata dall’assessore alle Autonomie locali Luisa Lantieri. A Palazzo Zanca comincia una settimana di fuoco, sperando che, anziché di caffè e caramelle golia, si parli delle questioni cruciali per il futuro della città. L’ultimatum dei 30 giorni è già scattato e, dunque, per il consiglio comunale è iniziata la corsa contro il tempo. Il conto consuntivo del 2015 è stato approvato finora soltanto dalla Giunta, anche se poi il parere favorevole emesso dal Collegio dei revisori dei conti dovrebbe spianare la strada a un voto meno problematico da parte dell’Aula. Il vero nodo da sciogliere riguarda il bilancio di previsione 2016, che deve essere esitato dalla giunta. Appare ovviamente improponibile la replica di quanto accaduto riguardo al precedente Previsionale (2015), lo strumento finanziario per il quale Messina ha fatto ridere tutt’Italia, diventando l’ultimo dei Comuni ad averlo approvato, a causa dei gravi ritardi accumulati per responsabilità evidenti dell’amministrazione, della dirigenza e dei singoli uffici.
Alla luce della disposizione della giunta Crocetta, si potrebbe fare – e c’è già chi la fa – dietrologia politica. La “circolare Lantieri” sembra fatta apposta proprio per porre fine alla “vita naturale” di molte amministrazioni locali, con Messina in testa. È il modo più rapido per mandare a casa, assieme al Consiglio, Accorinti e i suoi assessori, visto che le mozioni di sfiducia sono rimaste sempre solo nel novero delle intenzioni e dei semplici annunci. E se la “sfiducia”, in ogni caso, potrebbe essere un “boomerang” per chi la vota, finendo con il far diventare un “martire” il sindaco “sfiduciato”, la dichiarazione di decadenza degli organi comunali, Giunta e Consiglio, verrebbe giustificata come effetto delle perduranti inadempienze di chi è stato eletto per amministrare la città.
Già da oggi, dunque, cominciano le febbrili manovre per scongiurare, da un lato, questa ipotesi, o per far di tutto, dall’altro, che si concretizzi. Si verificherà sul campo la reale volontà dei soggetti chiamati in causa, aspettando anche i risultati del durissimo confronto che andrà in scena tra il Governo regionale e l’Associazione dei Comuni siciliani guidata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Caricamento commenti
Commenta la notizia