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Guerra degli “scontrini”
Di oggi e di ieri

Guerra degli “scontrini”. Di oggi e di ieri

Per il capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta la trasferta del sindaco a Milano, con relativi rimborsi, in occasione del novantesimo compleanno di Dario Fo «è una vergogna». Per Renato Accorinti «è semplicemente vergognoso che colui che non aveva detto nulla sulle spese di altri sindaci sollevi un caso che non esiste, mediante insinuazioni volte a sostenere che “alla fine, vedete, sono tutti uguali”». Forza Italia vuol portare le carte alla Procura della Corte dei Conti. Accorinti, allora, tira fuori tutti gli scontrini dei rimborsi dei sindaci che lo hanno preceduto, da Giuseppe Buzzanca a Francantonio Genovese oggi leader di Forza Italia. E a questo punto, spezzando un silenzio di anni, interviene anche uno dei sindaci tirati in ballo, Buzzanca, con una durissima nota.

Con tutti i problemi che Messina si porta addosso, il caso del giorno riguarda la partecipazione di Accorinti all’evento, svoltosi lo scorso 24 marzo a Milano, in onore di Dario Fo. Trischitta, nel corso di una conferenza stampa, lancia strali indirizzati «al sindaco pacifista, francescano-tibetano», accusato di aver speso 354 euro per l’andata e ritorno in aereo, 1 euro per un caffè, 54 euro per l’alloggio, 14,80 euro per una “bufalotta” con birra e 4,80 euro per una cioccolata calda. Tutto ciò, secondo Trischitta, non per una missione istituzionale, ma per partecipare alla festa dei 90 anni del Premio Nobel.

Accorinti, su questo punto, ha buon gioco nel replicare: «Quello in onore di Dario Fo è stato un evento di risonanza mondiale e l’invito rivolto al sindaco di Messina dovrebbe inorgoglire la città. Con Dario Fo si è creato un legame speciale, quando è venuto a Messina ha regalato 1.200 biglietti per il suo spettacolo e ha donato una biblioteca per i bambini. Quell’incontro è stata anche un’occasione per stringere o rinsaldare legami con personalità prestigiose del nostro Paese e con rappresentanti istituzionali». Ma Accorinti non si ferma qui: esibisce un faldone di scontrini prodotti da altri sindaci. Il 29 marzo 2007, ad esempio, l’allora sindaco Genovese, oggi leader dello stesso partito di cui capogruppo è Trischitta, soggiornava al Grand Hotel Duomo di Milano (5 stelle lusso) spendendo per una notte 471,50 euro. Il 5 maggio 2010 l’allora sindaco Giuseppe Buzzanca (che era il leader di Alleanza nazionale, il partito di cui capogruppo era proprio Trischitta) alloggiava al Grand Hotel Plaza di Roma spendendo per una notte 230 euro. E poi 350 euro per il pernottamento e la colazione al Bristol Palace, hotel di Genova a 5 stelle. Nel luglio 2007 Genovese spendeva 1.769 euro per una doppia all’hotel Claris di Barcelona (in Catalogna, non quella di Pozzo di Gotto...). E una bottiglia catalana costava 65 euro, così come per una bistecca e un Brunello al Girarrosto fiorentino di Roma il Comune dovette rimborsare circa 200 euro.

Signori, è la guerra... degli scontrini.

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