«Gli ultimi 4 anni li ho dedicati al mio lavoro, tentando di "difendermi" nei processi noti all'opinione pubblica. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e, sono convinto, alla fine emergerà che non ho commesso reati. Ma questa è un'altra storia. Mi ero ripromesso, comunque, di non intervenire nel dibattito politico cittadino. In questi anni ho mantenuto l'impegno, anche a costo di mordermi la lingua. Ma, dopo aver sentito per l'ennesima volta “l'ultimoarrivato” che per giustificare la propria incapacità amministrativa non perde occasione di parlare male di “quellicheceranoprima”, non posso più tacere».
Spezza il silenzio, Giuseppe Buzzanca, e lo fa con un affondo diretto all’attuale sindaco, che non viene mai nominato per nome e cognome. «Sollecitato a chiarire le finalità istituzionali di una “missione” per presenziare alla festa di compleanno di Dario Fo, “l'ultimoarrivato”, come al solito, si difende insinuando, almeno per quanto mi riguarda, che i suoi predecessori hanno sperperato a destra e a manca.
Con fare discutibile, “l'ultimoarrivato” agita sotto il naso dei giornalisti un mazzetto di documenti e dice di aver risparmiato il 96 per cento. Non mi appassiona la discussione sulla legittimità della sua missione (...lo stile non si compra al supermercato) che sono certo dovrà giustificare nelle sedi competenti. Mi disturba, invece, l'inqualificabile comportamento "dell'ultimoarrivato", amico di Capi di Stato e di premi Nobel, che pensa, impunemente, di poter insinuare, accusare, diffamare.
Sappia "l'ultimoarrivato" che durante il mio mandato di sindaco non ho mai chiesto un rimborso per missioni non istituzionali. Invece di lanciare accuse generiche, contesti fatti precisi, pubblichi, denunci. Lo faccia e presto! Diversamente taccia e si scusi.
Colga pure l'occasione per dire ai messinesi, con la trasparenza di cui si riempie la bocca, cosa ha fatto dell'indennità (quasi 250 mila euro) che incassa regolarmente dal primo giorno di mandato, ma che in campagna elettorale aveva promesso di rinunciarvi. Mentre cerca i miei scontrini del caffè o dei cappuccini, che non troverà, si faccia consegnare anche i tanti decreti di finanziamenti ottenuti dalla mia Amministrazione e, poi, si guardi allo specchio. Il giorno in cui lasciai Palazzo Zanca scrissi: “Quando si depositerà la polvere e si uscirà dalla cronaca emergerà con chiarezza il determinante lavoro della mia Amministrazione”. Il tempo e l'incapacità amministrativa di “quellidiora” confermano la previsione».
Immediata la replica di Accorinti. «Buzzanca sbaglia bersaglio, non è mai stato mio costume attaccare le persone, al punto che per due anni non ho detto nulla sui rimborsi chiesti e ottenuti dai sindaci che mi hanno preceduto. Ho indicato le precise responsabilità delle amministrazioni passate sullo stato disastroso in cui mi è stata consegnata la città nell’estate del 2013, ma non ho mai fatto i conti in tasca a chi alloggiava, a spese del Comune, in hotel di lusso. Oggi, però, non posso non reagire alle accuse di chi vorrebbe dimostrare che “siamo tutti uguali” e che io “predico bene e razzolo male”. Mi crocifiggano come San Sebastiano per tutto quello che non va a Messina, ma non consentirò a nessuno di dire che sperpero il denaro pubblico a fini personali. E se mi sono fatto rimborsare quelle piccole cifre, è perché deve restare agli atti la differenza tra un sindaco che paga 54 o 28 euro per una notte in albergo o in dormitorio e altri che sceglievano altre strade».(l.d.)