Si è sfiorata la tragedia ieri pomeriggio, intorno alle 15,20, allorché un conducente del tram, A.R, di 52 anni, è stato colto da malore mentre si trovava alla guida del mezzo pubblico. Il lavoratore ha avuto il tempo di fermare il tram nei pressi della Stazione centrale e avvisare la dirigenza dell’Atm prima di distendersi in attesa dei soccorsi. Trasportato al Policlinico dal 118, al conducente è stato diagnosticato un infarto in corso, sottoposto a intervento chirurgico urgente ha superato la crisi acuta e fortunatamente non è in pericolo di vita.
«A.R. – sottolinea il sindacato OrSa – è fra i sottoscrittori di un esposto cautelativo che molti conducenti hanno indirizzato all’Ispettorato del Lavoro, all’Asp 5 e alla Procura della Repubblica per denunciare l’insano ambiente di lavoro in cui sono stati costretti ad operare nella stagione estiva. I lavoratori denunciavano che “le croniche disfunzioni all’impianto di climatizzazione, l’incremento dell’orario di lavoro, le legittime proteste dell’utenza per l’alta temperatura nell’abitacolo, uniti ai ripetuti provvedimenti disciplinari che la dirigenza aziendale ha inflitto indiscriminatamente a coloro che rientravano i mezzi in deposito per le citate disfunzioni, innalzano i livelli di stress psicofisico degli operatori di esercizio e riducono i livelli di sicurezza da garantire all’utenza del trasporto pubblico locale”.
Il caso di A.R. – prosegue l’organizzazione sindacale – è solo il più eclatante di una serie di eventi simili che l’OrSa ha denunciato il 22 luglio rivolgendosi alla dott.ssa Edda Paino della Direzione Asp di Messina, alla dott.ssa Antonia Santisi, responsabile dell’Unità operativa formazione dell’Asp, all’ing. Gaetano Sciacca direttore dell’Ispettorato del Lavoro, al sindaco Accorinti e al direttore dell’Atm Giovanni Foti; senza ottenere la minima attenzione da parte delle istituzioni interpellate.
Nessuno può asserire con certezza che l’evento patito da A.R. sia direttamente correlato allo stress accumulato nell’ambiente di lavoro ma un’azienda responsabile ha il dovere di prendere i dovuti provvedimenti se le organizzazioni Sindacali denunciano, con insistenza, una sequenza di disagi e malesseri fisici accusati da lavoratori soggetti a “tecnopatia”, specie se coincidenti con l’incremento dell’orario di lavoro, con lo straordinario obbligatorio per mancanza di personale e con l’ambiente di lavoro reso invivibile dalle disfunzioni agli impianti per il mantenimento del microclima. Paradossalmente gli interventi della direzione aziendale si riassumono in una sequela di autoritari provvedimenti disciplinari nei confronti dei lavoratori che hanno avuto il coraggio della denuncia. L’OrSa – si chiude la nota – augura ad A.R. un pronta guarigione e nell’occasione conferma l’impegno a proseguire la lotta per la garanzia dei diritti dei lavoratori, tacitamente compressi da un’azienda che, dietro la propaganda di un falso risanamento, opera con dinamiche ritorsive nei confronti dei dipendenti esponendo a rischio anche la sicurezza dell’utenza».