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Servizio mensa, l’ira degli operatori

Servizio mensa, l’ira degli operatori

Primo giorno di scuola per molti, ma non per i dipendenti delle aziende che in questi anni si sono susseguite nella gestione del servizio mensa.

Ieri, per loro, la campanella è suonata a Palazzo Zanca. Una trentina di questi operatori si è presentata al Comune per cercare di aver chiarezza sul loro futuro. Una richiesta legittima tanto quanto quella delle famiglie degli alunni che contano di poter avere presto questo servizio per poter completare il quadro orario pomeridiano scolastico.

L’incontro con l’assessore alle Politiche scolastiche Daniela Ursino è stato fugace, perché è presto intervenuta la necessità di un aggiornamento a giovedì prossimo, quando il quadro potrebbe avere un tassello in più su cui contare. Ai rappresentanti dei lavoratori di questo comparto è stato riferito della prossima approvazione in Giunta, forse già oggi, del bilancio consuntivo 2015. Un passo in avanti verso la possibilità di spendere in maniera compiuta i fondi destinati alla mensa scolastica cittadina.

La situazione però, giovedì, non sarà poi così diversa, anche con il nullaosta della Giunta sul documento economico. Il bilancio non sarà “perfetto” fino alla approvazione del consiglio comunale. Poi si prevede l’avvio di una gara ad evidenza pubblica da oltre un milione di euro per coprire il servizio per più mesi e questa porterà via di sole procedure non meno di un mese e mezzo, due mesi. Nel frattempo, sarà Natale e a scuola gli unici pasti saranno quelli in autogestione che però, come detto, non tutti possono permettersi.

«Auspichiamo – hanno detto il segretario generale Carmelo Garufi, il segretario provinciale Francesco Lucchesi della Filcams Cgil e il segretario generale della Flc Cgil Pietro Patti – che giovedì, durante la riunione del tavolo tecnico, si possano individuare date certe per la ripresa del servizio e soluzioni momentanee che tengano conto delle esigenze degli ottanta lavoratori, che ormai da mesi si trovano senza alcuna retribuzione e senza ammortizzatori sociali». Serve, dunque, un mini bando per avviare, come l’anno scorso, per qualche settimana il servizio. Con la spada di Damocle della Corte dei conti e dei revisori che l’anno scorso furono protagonisti involontari di una lunga querelle giuridica sulla essenzialità del servizio di refezione scolastica e la sua compartecipazione del 36% delle spese. La scorsa primavera, la mensa scolastica ha funzionato, pur se a spizzichi e bocconi, solo quando i dirigenti De Francesco e Cama si assunsero la responsabilità di attivarlo senza aspettare il previsionale 2015. La sensazione che anche quest’anno saranno chiamati in causa per sanare un problema che è figlio degli ordinari ritardi con cui i bilanci vengono preparati per l’approvazione.

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