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Sebastiano non ce l’ha fatta, donati i suoi organi

Sebastiano non ce l’ha fatta, donati i suoi organi

Se n’è andato prematuramente e nel modo più tragico e inaccettabile, ma il suo sacrificio darà una nuova vita a sei persone.

Sono stati infatti donati gli organi di Sebastiano Leonardi, il 20enne di Graniti che lo scorso 5 settembre era stato vittima di un incidente stradale a Gaggi. Non c’è l’ha fatta il ragazzo inizialmente ricoverato all’ospedale San Vincenzo di Taormina e poi trasportato al Policlinico di Messina, dove si è spento nelle scorse ore. Fatale si è rivelato l’impatto contro i gradini della piazza centrale di Gaggi, mentre con il suo scooter Sebastiano faceva ritorno a casa dal lavoro.

Proprio a Gaggi lavorava in una struttura alberghiera. Solo qualche ferita e leggere contusioni per il giovane che viaggiava con lui, mentre Sebastiano ha subito gravi danni poi rivelatisi mortali. I familiari del ragazzo hanno deciso di fare un nobile gesto per aiutare altre vite in difficoltà e hanno così donato il cuore che è andato a un paziente delle Molinette di Torino, reni e fegato all’Ismett di Palermo e le cornee alla banca degli occhi.

Tra Gaggi e Graniti si è consumata, dunque, un’altra amara dipartita di un giovane che aveva ancora davanti a sé una vita intera e la cui esistenza si ferma invece qui. Nelle scorse settimane c’era stata la scomparsa di Sebastiano D’Agostino, il 16enne di Gaggi folgorato da un faretto non foderato nella piazza di Cavallaro: stavolta il destino si è rivelato crudele nei confronti di Sebastiano Leonardi, 20 anni di Graniti.

La direzione del Policlinico di Messina ha ringraziato i familiari di Sebastiano per aver acconsentito alla donazione degli organi, un gesto di grande generosità che denota la grande umanità di chi, nel dolore di una perdita così grande, ha deciso di aiutare altre persone. Sebastiano aveva perso un anno fa la mamma e a lei andavano ogni giorno i pensieri e i ricordi di questo ragazzo ben voluto da tutti coloro che lo conoscevano.

Toccante il suo ultimo scritto, rivolto a lei, la notte del 4 settembre: «Sopratutto mi hai insegnato a sorridere in qualsiasi momento, anche nei momenti più brutti! Mi basta questo. Grazie Ma’». Prima ancora altre frasi: «Spesso mi domando: ma chi saremo mai? Siamo solamente di passaggio o qualcuno un domani si ricorderà di noi. Vorrei tanto essere Giulio Cesare, Napoleone, Alessandro Manzoni, Dante, Giuseppe Ungaretti, e molti altri personaggi storici che si trovano sui libri di scuola. Poi, invece, arrivo ad una conclusione. Saremo quel niente che dura per sempre. Ma ciò non significa che nessuno si ricorderà di noi, saremo ricordati solamente dai nostri cari, dai nostri parenti, dal nostro primo amore e dai nostri amici. Anche se non abbiamo segnato la storia, sicuramente faremo qualcosa di più importante, essere noi stessi, con i nostri sbagli e con i nostri difetti, con le nostre scelte ed esperienze, con i nostri consigli, con le nostre giornate no, con i nostri sorrisi, con i nostri pianti. E se un domani non dovessimo esserci più, non significa che siamo scomparsi, ma che saremo volati in un posto migliore, o magari rinasceremo sotto qualche altro aspetto animale o vegetale che sia. Finché ci saranno le persone che ci stanno attorno, quel “niente” che eravamo continuerà ad esistere».

L’ultimo scritto di Sebastiano sul suo profilo Facebook alle ore 3.16 del 5 settembre: «Brindiamo, ma non sappiamo per cosa». Amara e fugace gioia per qualcosa, che stride con la spietatezza del destino che era già in agguato e pochi minuti dopo gli ha rubato la vita. Ieri pomeriggio (giovedì) i funerali a Graniti e l’ultimo abbraccio della comunità al ragazzo. Adesso Sebastiano è lassù, con l’amata mamma.

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