Presente ma non invadente. Il prefetto Francesca Ferrandino s’è presentata ieri alla città e alla stampa ma ha già le idee molto chiare, come sempre del resto, su cosa fare. Per adesso studia la città, il dettagliato dossier che le hanno inviato i suoi funzionari già da tempo lo ha letto parecchie volte, è sulla scrivania a Palazzo del Governo. Adesso si renderà conto di presenza dei problemi e delle emergenze di Messina: «I dirigenti della Prefettura hanno provveduto a mandarmi un rapporto veramente molto puntuale con il quale mi hanno rappresentato la fotografia della città e della provincia. Su questa fotografia lavoreremo».
È lei del resto che dovrà “normalizzare” il clima già abbastanza infuocato dei mesi scorsi con i “duetti” Trotta-Accorinti, e soprattutto gestire il prossimo G7 di Taormina, un appuntamento internazionale fondamentale.
Per Messina è la prima donna a capo della Prefettura. Ieri mattina si è detta ben consapevole di dovere affrontare una città dalle mille emergenze: «Le donne sono abituate a fare gli straordinari, siamo impegnate e allenate a farli».
Ha innanzitutto ringraziato i dirigenti della Prefettura per il lavoro svolto: «Si sono impegnati fortemente in un lavoro coerente, responsabile e rigoroso».
Rifiuti e immigrazione tra i problemi che affliggono Messina e che il nuovo prefetto si troverà ad affrontare insieme ad altre emergenze. «Il tema dell’immigrazione è a 360 gradi – ha detto con il suo solito sorriso aperto e attento –, un tema al quale non si può lavorare con risposte semplici, è un tema importante che vede Messina e anche altre città della Sicilia fortemente impegnate nei punti di primo approdo e quindi anche nell’accoglienza delle persone che poi saranno smistare su tutto il territorio nazionale».
La questione «è muoversi su un terreno nuovo e mi sembra che Messina con l’intesa di tutti gli altri organi istituzionali che sono deputati alla gestione di questo tema, quindi anche gli enti locali e le associazioni umanitarie, stiano facendo un lavoro di raccordo, chiaramente tutto è perfettibile ne parleremo e valuteremo tutte le criticità».
E sul prossimo vertice del G7 a Taormina è stata “sintetica” e “criptica”: «Sono arrivata ieri, le valutazioni sono state fatte, lavoreremo».
Tornando alla frase iniziale “presente ma non invadente”, durante l’incontro la Ferrandino ha anche detto: «Io ci tengo a precisare una cosa, nella mia vita professionale ho avuto grandi maestri, ma grandi maestri, tra cui molti siciliani. Mi hanno insegnato a essere presente ma mai invadente. E questo significa che nell’ambito delle competenze che l’ordinamento giuridico assegna a ognuno di noi, e credetemi che non è burocratese ne altro, è il rispetto di una regola, rispetto della regola dell’equilibrio dei poteri che ci sono, che sono alla base della nostra democrazia. Quindi la ricetta è colloquiare, parlare, essere credo determinati ma soprattutto rispettare e creare reti per disfarne altre. Poi si starà a vedere».
Su cosa farà è stata altrettanto chiara: «Sono abituata a lavorare. Poi per il resto, essendo napoletana, “Dio pensa”».
E quando le hanno chiesto nuovamente del dossier ricevuto e delle sue impressioni, ha parlato della necessità «... di un forte impegno lavorativo. Ogni posto ha la sua specificità. L’Italia è una nazione veramente straordinaria perché ogni posto ha la sua specificità e in ogni posto impari.