In settimana, sul tavolo del ministro Delrio arriveranno le richieste di proroga dell’autonomia, per tre anni, per tutti quei porti italiani “accorpati” dalla riforma, le cui città di riferimento – istituzioni, mondo politico, società civile – ritengono che l’immediata fusione, nelle Authority di sistema, determinerebbe gravi conseguenze in danno dei processi e dei progetti in corso. In una parola, dei cittadini.
È la settimana, insomma, in cui saranno i presidenti delle Regioni, come prevede la stessa legge Delrio, a rappresentare le rispettive città portuali ed a presentare al ministero dei Trasporti l’apposita istanza di moratoria. Che sarà tanto più convincente quanto più ricca di dati e numeri ma soprattutto corposa di programmi avanzati e progetti di vitale importanza. Programmi e progetti per i quali spezzare il filo della continuità avrebbe davvero effetti deleteri. Come perdere un treno che non passerà più. Ebbene, da Palermo, già preannunciata dalle ripetute dichiarazioni di Crocetta e ora confermata dalla fervida collaborazione in corso tra gli uffici dell’assessorato regionale ai Trasporti e quelli delle Autorità portuali interessate, arriva la conferma. Nei prossimi giorni scatterà per i porti di Messina-Milazzo e di Catania la doppia richiesta. L’obiettivo è mantenere i 3 anni d’autonomia amministrativa e finanziaria: rispettivamente nei confronti del grande porto di Gioia Tauro, specializzato nel trasbordo dei container, il transhipment, e del porto di Augusta collegato al petrolchimico, ben classificato a livello europeo ma in via di sviluppo sotto il profilo strutturale. Non vi è dubbio che la duplice richiesta, se integralmente accolta, congelerebbe in buona parte, in Sicilia, la logica internazionale delle “Autorità di Sistema”. Ma certo è che l’asse portuale ed urbano di Messina e Milazzo, molto più di quello di Catania (fortissima... politicamente) ha bisogno di completare presto e bene alcuni percorsi virtuosi.
Immaginate per un attimo quante... decine di milioni potrebbe decidere di spendere per disinquinare la Zona falcata di Messina l’Autorità di Sistema con sede a Gioia Tauro. Non è certo parlar male ricordare che quello straordinario porto ha le sue difficoltà, sta cercando di rilanciarsi alla grande con un terminal ferroviario che lo faccia uscire dall’unica risorsa-ossessione del transhipment (calo del 13%, e 450 lavoratori del gestore in cassa integrazione su un totale di 1900). Immaginate anche se l’iter del Prg di Milazzo, in corso, a seguito dell’accorpamento immediato, dovesse ripartire da zero in base alle nuove normative.
Per questo non solo tre anni di autonomia hanno un senso ma ai 3 anni dovrà poi seguire, come prevede la stessa Delrio, il punto sulla riforma e probabilmente allora l’ingresso nell’Autorità di Sistema avverrà nelle migliori condizioni possibili.