Più che un consiglio comunale straordinario sull’emergenza rifiuti, quello di oggi (ore 10) sarà un bollettino di guerra. Un resoconto drammatico su cosa la città è stata costretta a subire durante tutta l’estate, l’ennesima e forse la peggiore, sul piano della gestione della raccolta. Toccherà al sindaco Renato Accorinti e all’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua spiegare in Aula, ed indirettamente alla città, cosa non ha funzionato, perché Messina nei mesi più caldi dell’anno è stata letteralmente invasa dall’immondizia, perché abbiamo lasciato negli occhi dei turisti l’immagine di un territorio straordinariamente bello ma inequivocabilmente sporco.
Da queste pagine abbiamo raccontato giorno dopo giorno l’evolversi della crisi, cercando di tenere in considerazione anche quali fattori l’hanno man mano determinata. Il peso negativo di un’ordinanza regionale forse nobile nelle finalità ma assolutamente fuoriluogo nei tempi e nei termini in cui è stata varata. Ancora l’assoluta insufficienza dell’impiantistica isolana e gli strascichi lasciati da un passato che si è palesato talvolta in frammenti poco trasparenti e in altri assolutamente distanti dei reali bisogni del sistema rifiuti. Elementi inconfutabili che non possono però essere considerati come alibi. Vi sono delle responsabilità che evidentemente vanno attribuite al sistema locale, come ad esempio l’impossibilità o l’inadeguatezza nel costruire un futuro oltre Messinambiente. Giusto per capirci, si è lavorato per mesi sul trasferimento dei servizi, tra cui quelli di raccolta e cura del verde, all’Amam per farla diventare “super”, salvo poi accorgersi che forse sarebbe stato meglio imboccare un’altra via, e poi un’altra ancora, fino all’ultima che dovrebbe portare alla “super-super Multiservizi” che raccoglie di tutto e di più. Idee chiare cercasi. Ciò non vuol dire che non sia stato fatto nulla, basti pensare alla progettazione, al finanziamento e al lancio del porta a porta, oppure alla recente stringente ordinanza. E non significa neppure che vanno ignorati i tempi, lunghi per carità, necessari affinché un sistema così complesso e farraginoso cambi. Ma è evidente che a tre anni ed oltre dall’inizio del mandato accorintiano, la struttura creata non è ancora in grado di sostenere il minimo inghippo, ritardo o decisione calata dall’alto. Non è adeguatamente autonoma. Non servirà certo il moralismo di rito, o il cavalcatore d’onda di turno tra i consiglieri che oggi proveranno a mettere in difficoltà i componenti della Giunta, per rendersene conto.
La cronistoria di questa estate “puzzolente”, seppur meno calda delle ultime, è raccontata dai fotogrammi che ritraggono migliaia di sacchetti comodi e invadenti lungo strade e marciapiedi, angoli di periferie ignorati per giorni da MessinAmbiente, la libertà per i residenti di Villafranca e comuni limitrofi di conferire nei cassonetti di Ortoliuzzo, Rodia e Marmora. Senza dimenticare i tantissimi incivili che hanno approfittato delle difficoltà collettiva per affondare nei propri porci comodi. Nemmeno per loro ci sono alibi.