Trascorreranno una ventina di giorni per giungere al pronunciamento della Regione Siciliana sul progetto per la costruzione del porto di Tremestieri: opera da 72 milioni di euro, bandita nel 2010 dal sindaco di Messina con i poteri speciali della Protezione civile e dalla Regione stessa co-finanziata. Sei anni già passati per un iter così urgente, dal bando ai cantieri, costituiscono comunque uno scandalo. È un’infinità di tempo considerando che si trattava dell’opera voluta dallo Stato per risolvere finalmente l’emergenza Tir.
Quella sola certezza iniziale – tutto si decide tra 20 giorni – è l’unica previsione possibile dopo la prima seduta che la Commissione regionale dei Lavori pubblici ha tenuto ieri sul progetto del porto. Sott’esame gli elaborati con cui la società Coedmar si è aggiudicata nel 2013 l’appalto per la progettazione e la realizzazione delle nuove invasature ed aree di stoccaggio e accumulo dei Tir. Ovvero per l’opera che deve riportare la qualità della vita in quelle strade ancora sottoposte alla servitù di passaggio dei Tir a causa della fragilità degli approdi in uso dal 2006. Che per alcuni periodi dell’anno vengono chiusi in tutto o in parte per gli insabbiamenti, i dragaggi, i ritardi.
Ma torniamo ai “venti giorni” e spieghiamo perché sarà questo, e non di più, l’ultimo periodo d’attesa.
Ieri la Commissione regionale lavori pubblici, composta da 15 professionisti e presieduta dall’ing. Vincenzo Palizzolo, dirigente del dipartimento Infrastrutture, si è confrontata con la “delegazione” delle due Istituzioni di Messina: il segretario generale dell’Autorità portuale, l’ing. Francesco Di Sarcina, presente sempre (va ricordato) quale responsabile del procedimento nominato e confermato dai prefetti e sindaci, e l’assessore comunale alle Infrastrutture della giunta Accorinti, l’ing. Sergio De Cola. Sia Di Sarcina che uno dei tre componenti messinesi dell’organo regionale, ovvero l’ingegnere capo del Genio civile, Leonardo Santoro, al quale per la sua qualifica era già toccata la relazione istruttoria sul progetto, hanno riassunto alcuni aspetti chiave. Passaggi del cammino dei pareri necessari al progetto Coedmar per approdare alla firma del contratto e quindi allo stadio di progetto “esecutivo e cantierabile”. Un cammino che sembrava finito nel dicembre 2015, in virtù della Conferenza dei servizi di Messina. Già prima, peraltro, il ministero dell’Ambiente aveva concesso al progetto la favorevole Via, Valutazione d’impatto ambientale, relativa al sito pur difficile di Tremestieri. Poi erano arrivati tutti gli altri pareri favorevoli: una decina tra dipartimenti regionali, comunali, Soprintendenza ai beni ambientali, Forestale, lo stesso Genio civile di Messina. Quel Genio civile guidato dall’ing. Santoro che da ultimo ha richiesto e ottenuto ulteriori migliorie idrauliche in relazione ai tre torrenti le cui foci sono interessate dall’area portuale.
Ebbene, proprio con riferimento a tutti questi pareri, la Commissione regionale lavori pubblici ha chiesto al “rup” Di Sarcina di... richiedere formalmente a tutti i singoli enti di trasmetterli alla Commissione stessa. L’Italia, si sa, è la terra del sommo diritto, e quindi, siccome la Commissione è stata sin qui estranea all’iter, esercita così il suo diritto di richiedere ed acquisire i pareri che ci sono già. Benché tali pareri siano chiaramente “in corso di validità”, teoricamente, qualcuno tra gli enti potrebbe aver cambiato opinione o voler inviare un’integrazione. Intanto, oggi o domani al massimo la Regione convocherà e coordinerà a Palermo, con termine di 15 giorni, una conferenza dei servizi conclusiva. Saranno invitati tutti gli enti ed uffici che hanno già espresso il parere favorevole, ed il progetto dovrebbe incassare il placet della Commissione regionale lavori pubblici. Tutto il resto non è... noia ma dovrebbe essere la firma del contratto e quindi il termine estremo, di 70 giorni, perché l’impresa esegua i calcoli di dettaglio.
Ipotesi alternative è davvero difficile pensarle, considerato che si tratta di un progetto vincitore di gara su cui il ministero dell’Ambiente si è espresso favorevolmente. Ma, siccome, tutto è possibile, non resta che incrociare le dita pensando all’unica cosa che conta, e che dal 2010 è contata zero: l’interesse generale della città di Messina.
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