Sono trascorsi ormai tre giorni e non si ha ancora nessuna notizia dell'allevatore barcellonese Salvatore Chiofalo, 32 anni. Un'assenza prolungata ed ingiustificata che fa temere un nuovo caso di lupara bianca, il terribile sistema con il quale la mafia barcellonese negli anni 80 e 90 ha fatto sparire decine di persone. Le ricerche di Chiofalo sono proseguite anche oggi nelle campagne di barcellona. I Carabinieri hanno battuta sia zona in cui è stato trovato la sua auto fuoristrada completamente bruciata sia quelle che normalmente batteva con le sue mandrie. Dall'alto anche gli elicotteri dei cacciatori di Calabria hanno sorvolato la zona alla ricerca di qualche traccia utile. Ieri pomeriggio in Procura si è tenuto un vertice coordinato dal procuratore capo Emanuele Crescenti, presente il sostituto procuratore Rita Barbieri titolare dell'inchiesta, ed i vertici dell'Arma dei Carabinieri per fare il punto delle indagini e delle ricerche. Al momento la pista privilegiata è quella della mafia dei pascoli, le faide fra pastori esplose spesso per banali casi di abigeato. Qualcuno potrebbe aver attirato Chiofalo in una trappola, sulla montagna che sovrasta contrada Praga, e lì lo avrebbero eliminato. Poi hanno incendiato il fuoristrada Toyota per far sparire ogni traccia. Supposizioni naturalmente ma le possibilità di ritrovare l'allevatore in vita diminuiscono di ora in ora. Anche perchè Salvatore Chiofalo non aveva alcun motivo di allontanarsi volontariamente. Da quando aveva rotto con la sua famiglia di origine era andato a vivere a casa del suocero in contrada S.Anna. Gli ultimi a vederlo sabato mattina alle 10,30 erano stati la fidanzata e successivamente alcuni pastori. Inoltre Chiofalo aveva programmato di avviare una macelleria e sembrava entusiasta di questo progetto che gli avrebbe consentito di cambiare vita. Fino a sabato quando le sue tracce si sono perse sull'altipiano di Barcellona.