Così non va proprio. Non è tollerabile. Continua da più di un mese, a settimane o a giorni alterni la fuoruscita di liquami ammorbanti in alcuni luoghi dell’abitato di Torre Faro, che resta – fino a quando? – quello del borgo marinaro più bello di Messina.
Particolarmente martoriato dal fetore si conferma a fine agosto il tratto di paese, di strada e di spiaggia, che qui coincidono, all’incrocio tra la via Primo Palazzo e la via Zanghì. Quasi inutile sottolineare che ci troviamo a poche decine di metri dal gazebo e dalla fontanella, dalla chiesa madre di Maria Santissima, dalle due piazze centrali del borgo, Cavallaro e dell’Angelo, insomma da quella cartolina dipinta con i colori dello Stretto che è il cuore panoramico del villaggio. La cui popolazione nei mesi estivi si avvicina ai 10.000 abitanti.
Avere qui una casa o esercitarvi un’attività commerciale un tempo era considerato una fortuna e, in qualche misura, lo è ancora: sia per chi ama abitare nel luogo comunque più suggestivo di Messina sia per chi vi investe di proprio, specie d’estate.
Ma, per gli uni come per gli altri, dover subire nell’arco di un’estate ripetute eruzioni di liquami che scoperchiano i tombini, o vedere la sabbia tingersi di nero o le aiuole rovinate dalla puzza, è un’umiliazione in grado di spegnere ogni passione per il Faro, ogni possibilità d’impresa.
Ieri da mattina a sera, vicino ai frangiflutti di quel piccolo arenile e lungo la discesa per l’accesso in spiaggia, i liquami sono fluiti per ore ed ore, con una ripugnante cascatella. L’Amam è stata a lungo attesa, alla fine è intervenuta e come avviene ogni volta – ci racconta la signora Rosa Rando – «il guasto verrà riparato, ma durerà solo per un po’. Poi, senza nemmeno un temporale che possa in qualche modo giustistificare una qualche rottura, il problema si ripresenterà».
Su questa tormentosa situazione interviene un consigliere del sesto Quartiere, Giuseppe Sanò: «Chiedo un intervento risolutivo – scrive al sindaco, al presidente dell’Amam, all’Asp e alla Capitaneria – per porre fine al verificarsi di questo copioso sversamento di liquami fognari che da più di un mese ammorba la spiaggia antistante alla via Primo Palazzo, nella zona all’incrocio con la via Zanghì. Tantissime famiglie hanno trascorso i mesi di luglio ed agosto rintanate in casa per gli odori nauseabondi. A farne le spese – rincara Sanò – sono anche la spiaggetta panoramica e il mare cristallino che ricevono le fuoruscite fognarie. È ormai evidente che il problema sta creando un vero e proprio danno all’ambiente».
Non è certo inutile ricordare come la rete fognaria di Torre Faro e Ganzirri, sebbene in buona parte ristrutturata negli anni 90, sia ancora per il resto decrepita, paurosamente insufficiente rispetto alla popolazione estiva. Servono investimenti per la difesa dei laghi e della riserva, e per non tradire le attese e le speranze legate a questi villaggi simbolo di una città che così è impossibile immaginare prim’ancora che definire... turistica.
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Riserva tradita
Fragilità intollerabile
Le fuoruscite di liquami a Torre Faro o Ganzirri si verificano spesso a ridosso delle aree di pre-riserva (egualmente preziose) della “Riserva della Laguna di Capo Peloro”. Ieri l’ inquinamento della spiaggia si verificava a poche decine di metri dalla piazza Cavallaro ovvero dal Canale Faro che è uno dei luoghi chiave della Laguna. È intollerabile che il sistema fognario attorno o dentro la riserva risenta ancora di così penose fragilità strutturali.