La civiltà contadina siciliana rappresenta un patrimonio etno-antropologico e sociale davvero straordinario, un bene materiale e immateriale che va analizzato e preservato, anche attraverso iniziative preziose come la mostra “La terra fecondata. Il grano in Sicilia fra natura e cultura. Scene di vita contadina sui Nebrodi. Galati Mamertino 1988.89”, in corso a Galati Mamertino, promossa dalla Fondazione Crimi, ente no profit impegnato nel campo della ricerca farmaceutica, scientifica e culturale. Un progetto che vede una sinergia tra le ricerche etnografiche curate da Mario Sarica, da anni impegnato nella valorizzazione del mondo rurale e culturale dei Nebrodi e dei Peloritani attraverso la preziosa attività del Museo di Gesso, e il fotografo Giangabriele Fiorentino, noto per i suoi reportage su feste e usi del nostro territorio, che con le sue foto in bianco e nero, offre uno spaccato vivido, toccante e quotidiano di questa realtà. In questa ricerca, si inserisce anche il docufilm curato da Sarica e promosso dal Museo dei Peloritani e dal Cricd, con Giancarlo Ferlito e Natale Crisarà Brunaccini.
Il ciclo del grano di questo antico borgo nebroideo è un frammento di un mondo antico che cerca di resistere alla modernità dilagante, “l’oro della memoria” lo definisce acutamente Rocco Crimi, presidente della Fondazione, nella prefazione al catalogo, una serie di immagini, saperi, suoni, usi dalla particolare forza evocativa, segno di quel mondo agricolo che in questa area ha dovuto mantenere tecniche e strumenti arcaici (aratro a chiodo tirato da asini o buoi, le canne come proteggi dita, le rotazioni dei terreni) anche per la tardiva elettrificazione, dando vita a un blend di grani che permetteva di creare dei pani locali unici. Ricordiamo che Galati Mamertino – che ha aperto un innovativo incubatore d’imprese agroalimentare dei Nebrodi – è un centro vivace, che è stato cantato dal grande poeta Nino Ferraù, sede di istanze sociali e culturali ben analizzate dagli studiosi Salvatore Giuseppe Vicario, Antonio Baglio e Vincenzo Orlando, delle visioni letterarie di Cristiano Parafioriti e Nunzia Baglio, e di battaglie civili come quelle che svolge da tempo Luciano Armeli Iapichino.
Nel suo studio approfondito e polifonico, Sarica effettua un’indagine dettagliata che penetra in questo mondo rurale che diventa materia viva, in cui l’attività, che col tempo è andata purtroppo scemando, della famiglia Truglio a San Basilio diventa emblema di un quotidiano divenire sui campi, tra covoni accovacciati, il rito della parigghia, la trebbiatura, i buoi che convivono con la terra, u cugghituri Peppino Fabio. Un microcosmo locale e universale insieme, di cibo genuino e di terre fecondate dall’opera costante dell’uomo, seguendo l’antichissima tradizione agraria della coltivazione del grano, “terre di mezzo” che, col loro virtuoso rapporto ecosostenibile tra ambiente, animali, territorio, cercano di limitare quella che lo studioso denuncia come la dissennata “ipertrofia” edilizia che ha trasformato, dagli anni Sessanta in poi, il volto delle nostre campagne e città.
Un viaggio identitario davvero prezioso, ricco di riti, di sguardi, di gesti sapienti, di simbologie, di tempi cadenzati, ben rilevati dal racconto fotografico di Fiorentino, un caleidoscopio di fenomeni naturali e di segni, come ben evidenziato dal compianto storico Salvatore Tramontana, in quella “Sicilia del grano” davvero variegata, come la descrive Orietta Sorgi, dirigente del Cricd, dentro le pieghe della nostra isola, “terra di biodiversità”, come osserva Francesco Calanna, presidente del Gal Nebrodi Plus: un patrimonio agroalimentare che può e deve diventare occasione di sviluppo in chiave contemporanea.
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In sintesi
Il docufilm su Rtp
Nell’ambito della mostra allestita a Galati Mamertino è stato realizzato anche un docufilm, curato da Sarica e promosso dal Museo dei Peloritani e dal Cricd, con Giancarlo Ferlito e Natale Crisarà Brunaccini. Il prezioso video che ritrae uno spaccato di vita contadina siciliana sarà trasmesso nei prossimi giorni da Rtp.
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