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Rifiuti, Accorinti deve spiegare

Rifiuti, Accorinti deve spiegare

Una seduta straordinaria di Consiglio dedicata al “caso rifiuti”. E una raffica di richieste di dimissioni nei confronti dell’assessore all’Ambiente, destinate a rimbalzare su un muro di gomma, visto che Daniele Ialacqua non ha alcuna intenzione di lasciare la poltrona né il sindaco Renato Accorinti si sognerebbe mai di rimuoverlo dall’incarico.

Ieri, alla ripresa delle attività a Palazzo Zanca, ha tenuto banco, nel corso della Conferenza dei capigruppo svoltasi nell’aula consiliare, la vicenda avente per oggetto la disastrosa gestione del settore dell’igiene urbana. È stato un coro unanime: «L’assessore Ialacqua – hanno detto i capigruppo –, invece di prendersela con i giornalisti, spieghi le ragioni degli insopportabili disservizi che hanno trasformato intere zone della città in discariche a cielo aperto per tutta l’estate». Ma molti hanno puntato il dito più in alto: «È il sindaco Accorinti che deve dare risposte e trarre le conseguenze di un fallimento che è sotto gli occhi di tutti».

Ialacqua, anche se spesso gioca a far la vittima, non è la “pecora nera” della giunta comunale né un “vaso di coccio” schiacciato dai “poteri forti” che vorrebbero la sua testa per “normalizzare” la città e interrompere l’Era della rivoluzione accorintiana-ialacquiana. È semplicemente un professore del liceo Basile, con decenni trascorsi nelle file ambientaliste, trovatosi a gestire la più “bollente” delle patate con mezzi e risorse inadeguati, con la debolezza strutturale dell’apparato burocratico e comunale e alle prese anche con lo stato di “agonia” di un’ex società mista, MessinAmbiente, l’unica Spa al mondo che è in liquidazione ormai non si sa neppure da quanti anni.

Con questo non si vuol giustificare l’ingiustificabile. Perchè, pur con tutte le ragioni del mondo (e questo giornale le ha esposte in tutte le salse, dedicando intere pagine alle conferenze stampa e ai comunicati firmati dall’assessore), un freno alle emergenze di questa sporca estate andava posto, quanto meno in modo più razionale, così da far soffrire meno tanti villaggi e quartieri. Non è concepibile in nessun’altra parte d’Italia e d’Europa, forse solo nel Quarto Mondo, che per 52 giorni (!!!), in alcune zone della città non si sia mai visto un mezzo di MessinAmbiente. Non è concepibile che sotto il sole di luglio e agosto siano rimaste a marcire tonnellate di rifiuti, in un cocktail micidiale di veleni e fetori, aggravato dagli effetti, in molti casi, delle cataste di sacchetti date alle fiamme. È di questo che bisogna parlare, e occorre agire perché non si ripeta mai più un’estate del genere. Il resto sono parole scritte sulla sabbia, come i post di certi imbratta-bacheche.

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Spigolature dai social network

«La differenziata... piano per piano»

I “post” dei consiglieri

Daniele Santi Zuccarello: «Caro assessore Ialacqua, tutte le volte che vengono rivolte critiche a lei o alla giunta, replica su Facebook e si dichiara vittima di complotti e di manovre politiche mirate a screditare il vostro operato. Invece di ostinarsi a difendere l’indifendibile, perché non ci fornisce delucidazioni sul perché Messina sia ancora sommersa dai rifiuti? Si dimetta, torni a fare quei simpatici interventi da comico al Tg».

Antonella Russo: «Piccolo contributo a quanto già da tempo denunciato dalla Gazzetta del Sud, in ultimo nell’edizione del 23 agosto. Allego le foto di una parte della via Palermo: non si raccoglie la spazzatura attorno ai cassonetti da 52 giorni. Vane le segnalazioni a chi di competenza...»-.

Daniela Faranda: «E oggi siamo tornati in aula con tutti i problemi irrisolti. Tanta amarezza per le risposte non date, per una situazione critica che perdura e che si aggrava ogni giorno di più.

Santi Interdonato: «La differenziata fa progressi, i rifiuti selezionati arrivano alcuni al primo, altri al secondo piano delle abitazioni...».

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