Non se ne esce proprio dall'emergenza rifiuti. E' ormai una costante di questa gestione amministrativa. Adesso c'è l'alibi delle difficoltà del conferimento in discarica, ma non è che prima le cosa andassero meglio. Le cataste c'erano prima e prima ancora ma, quantomeno, si registravano degli intervalli, lunghi o brevi, in cui in città si riusciva ad allentare la morsa. E la bolletta della tarsu, era anche meno salata. Da tre anni, le discariche a cielo aperto sono ormai una scenografia stabile per una città che annaspa anche in altri settori. Si riesce, e non sempre, a salvare la faccia nelle zone più battute dai turisti, nelle strade del centro e dello shopping. Nel resto della città è un disastro. Lo è maggiormente nei villaggi rivieraschi dove da settimane i bagnanti convivono con montagne di sacchetti. C'è una buona dose di inciviltà, è innegabile, ma è il problema rifiuti, in linea generale, che non si riesce a risolvere. Neanche con dei super esperti fatti arrivare da oltre Stretto che non sono riusciti a cavare un ragno dal buco. Poco più di un anno è trascorso dalle dimissioni di Alessio Ciacci. “Il fuoriclasse dei rifiuti”, come lo definì Accorinti al momento del suo ingaggio, disse il 16 luglio del 2015 di volersi prendere una pausa in attesa di assumere il ruolo di superesperto a titolo oneroso, nel momento in cui Messinambiente sarebbe stata accorpata all’Amam. 13 mesi dopo non c'è traccia né di Ciacci, né di accorpamento. Anzi, l'esistenza di Messinambiente si trascina di proroga in proroga. Ciò di cui esiste, (non traccia), ma una presenza assai significativa, sono i cumuli di rifiuti che contornano le strade di tutti i rioni, lambendo persino le porte delle case. Quelle accanto alle quali, secondo quanto sbandierato in campagna elettorale, la partecipata del comune avrebbe dovuto ritirate la spazzatura quotidianamente. Di questo servizio, finora, i messinesi hanno solo udito lo strombazzare dei mezzi che un paio di mesi fa sono stati fatti sfilare per le strade per poi fare bella mostra in piazza unione Europea. La realtà è storia di tutti i giorni.
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