Messina

Lunedì 25 Novembre 2024

Poste, ancora disagi

Poste, ancora disagi

Il fatto, indiscutibile, è che la posta arriva a singhiozzo, con pesanti ritardi e con gli inevitabili disagi per i cittadini. Il contorno è tutto da definire. E da definire sono soprattutto le responsabilità. Ci sarà tempo e modo per farlo. Intanto, però, Messina vive una vera e propria emergenza. Da mesi, ormai, la posta non viene più consegnata giornalmente, salvo in rari casi.

Le lamentele arrivano da ogni quartiere, da nord a sud. All'Annunziata come a Tremestieri, a Provinciale come sulla via Garibaldi, i cittadini hanno già realizzato gli effetti della rimodulazione del servizio decisa da Poste Italiane.

L'Slg Cub, sindacato autonomo, punta il dito sull'accordo che gli altri sindacati hanno firmato proprio con l'azienda, lo scorso settembre, che ha di fatto dato il via a questa rimodulazione.

Un accordo che ha portato al taglio del 50percento del personale. I contratti dei giovani che erano stati assunti a tempo determinato non sono stati rinnovati, i portalettere si sono drasticamente ridotti. Il risultato è che adesso la città soffre, e qualcuno sussurra che nei centri di raccolta siano rimaste tonnellate di posta in attesa di consegna.

L'azienda smentisce, anche se è un dato di fatto il mancato recapito dei bollettini della Tari a migliaia di messinesi. La prima scadenza era fissata per il 30 luglio, ma nei centri di distribuzione ancora oggi ci sono le lettere del comune. In sostanza, in tanti avevano una buona giustificazione per non aver rispettato il termine, anche se in teoria chi non riceve i bollettini a casa dovrebbe recarsi agli uffici del viale san Martino o nelle sedi dei quartieri.

Ci sono poi casi clamorosi di corrispondenza arrivata in ritardo. Una signora, per esempio, ha ricevuto solo pochi giorni fa l'invito per un matrimonio dello scorso aprile. Altri attendevano lettere importanti che sono state consegnate con grande ritardo, generando disagi e difficoltà.

La situazione è ormai diventata insostenibile. Senza un intervento forte, si rischia di mandare al collasso l'intero sistema.

Che in verità, al collasso probabilmente è già.

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