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L’appalto per via
Don Blasco va avanti

Nuova Don Blasco: città beffata

L’Ance Sicilia, la sezione isolana dell’Associazione nazionale dei costruttori, ha chiesto al Comune di Messina una serie di correzioni al bando d’appalto, in corso dal 14 luglio – data di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea – per la realizzazione della nuova via Don Blasco, la nuova arteria senza interruzioni prevista a valle della via La Farina per collegare il porto e la Falce al viale Europa e al viale Gazzi. Vale a dire, ai rispettivi svincoli autostradali. Si tratta – lo ricordiamo – dell’unica grande opera pubblica forse realmente prossima all’apertura dei cantieri, nella città in cui tutto si blocca. In cui s’è arenato, come tutti sanno, l’appalto da 72 milioni per costruire il vero porto dei Tir a Tremestieri, ancora congelato 3 anni dopo l’aggiudicazione e fatto ripartire, dalla Regione, in modo nuovo rispetto a quello fissato dalle leggi dello Stato alla base dell’appalto.

Ma torniamo ai clamorosi sviluppi riguardanti la nuova via Don Blasco, gara da 27 milioni anch’essa frutto di finanziamenti misti – regionali e statali – e per un’opera altrettanto importante. Visto che la nuova strada farà recuperare a Messina circa 15.000 metri quadrati di aree morte, in centro, ex Ferrovie dello Stato. Una strada, quindi, quanto mai urgente per liberare dai Tir via La Farina e aprire la città più degradata, quella del rione Maregrosso, in direzione del fronte a mare. L’associazione costruttori, tornando al punto, ha raccolto preoccupazioni e segnalazioni di varie imprese in relazione a diversi errori, veri o presunti, riscontrati nel bando, e chiesto al Comune di apportare le “dovute correzioni”. Non solo. «Considerando – scrive l’Ance – la complessità dell’appalto e il periodo in cui lo stesso ricade, e che nel mese di agosto risulta più difficile reperire le offerte commerciali a supporto dello studio economico della gara», si richiede «una congrua proroga sulla data di presentazione delle offerte, prevista per il prossimo 7 settembre».

Rispetto alle istanze la linea decisa da Palazzo Zanca è stata quella di fornire immediatamente a tutti i quesiti pervenuti (27) una risposta ufficiale chiarificatrice, attraverso il canale immediato del sito istituzionale del Comune. Responsabile del procedimento e uffici comunali competenti che hanno redatto il bando, poi controllato da quelli dell’ “Urega”, hanno ritenuto dunque sufficiente spazzare ogni dubbio in corso d’opera, senza dover prorogare il termine per la presentazione delle offerte. Che rimane il 7 settembre, nella speranza di aprire i cantieri già alla fine dell’anno.

Un rinvio anche puramente cautelativo è apparso, insomma, come un incubo da scacciare, probabilmente per il pericolo di incorrere in nuovi rinvii, complicazioni, e paludi burocratiche. Si spera, naturalmente, che sia questa la scelta giusta. Ma cosa aveva scritto l’Ance?

Una frase sembra riassumere tutto: «Il contenuto del capitolato speciale d’appalto non è stato adeguato alla nuova normativa vigente in materia e fa riferimento al decreto legislativo numero 163 del 2006, interamente abrogato dall’articolo 217 del decreto legislativo 50 del 2016. Alcuni istituti giuridici sono stati radicalmente modificati quali: varianti in corso d’opera, risoluzione contrattuale, subappalto, accordo bonario e altri».

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