Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

I vigili e la Vara, prevarrà il buon senso

I vigili e la Vara, prevarrà il buon senso

Una decisione definitiva verrà presa solo oggi e probabilmente arriverà in mattinata, ma l’orientamento sembra quello di rinviare l’assemblea dei vigili urbani, convocata dai sindacati Cgil, Cisl, Csa, Silpol e Diccap per le 18 di Ferragosto. Cioè mezz’ora prima della partenza della Vara. Una decisione choc, che ha messo clamorosamente a rischio lo svolgimento della processione di lunedì e ha costretto il sindaco Renato Accorinti, ieri mattina, a convocare una riunione urgente a Palazzo Zanca.

Il faccia a faccia in sala giunta è durato circa tre ore e ha visto riuniti attorno al tavolo “quasi” tutti i protagonisti della vicenda: Accorinti, ovviamente, gli assessori alla polizia municipale Gaetano Cacciola ed al Personale Luca Eller , il comandante della polizia municipale Calogero Ferlisi, il ragioniere generale Antonino Cama, il dirigente al Personale Giovanni Di Leo ed i rappresentanti sindacali. Un duro confronto, che ha posto sul banco degli imputati soprattutto i dirigenti e durante il quale sul tappeto sono finiti i disagi non solo dei vigili urbani ma di tutti i dipendenti comunali.

È chiaro, infatti, che l’azione di protesta della polizia municipale è la punta di un iceberg che ha la sua base in un fermento e un malcontento che serpeggiano in tutto il personale di Palazzo Zanca, sentitosi “tradito” dal mancato rispetto dell’accordo siglato nelle scorse settimane sul pagamento di un acconto, entro il 12 agosto, del salario accessorio dovuto per il 2015.

Un concetto ribadito durante il confronto di ieri, nel corso del quale è stato lanciato un messaggio chiaro al sindaco: urgono provvedimenti netti nei confronti dei dirigenti di Palazzo Zanca. Un messaggio rispetto al quale Accorinti non si è mostrato sordo. «Dei provvedimenti forti verranno assunti, nel giro di poche settimane», ha detto il sindaco.

Ma al termine della riunione i sindacati si sono detti insoddisfatti degli esiti, confermando sia lo stato d’agitazione che l’assemblea di Ferragosto e annunciando, a partire dal 16 agosto, l’interruzione delle relazioni sindacali con la delegazione trattante di parte pubblica. Di fatto, un muro contro muro coi dirigenti e col loro “capo”, il direttore generale Le Donne.

La situazione si è poi evoluta nel corso della giornata. All’ora di pranzo dall’ufficio di gabinetto di Palazzo Zanca è partita una nota inviata alla Prefettura in cui, in sostanza, si riferiva della “fumata nera” emersa dalla riunione. Poi, nel tardo pomeriggio, una nuova nota, stavolta indirizzata ai sindacati e firmata da Accorinti. In riferimento alla processione della Vara, «è assolutamente indispensabile – ha scritto il sindaco – per ragioni di ordine pubblico, sicurezza stradale e pedonale e per gestire l’incolumità cittadina, assicurare il servizio essenziale di vigilanza svolto dagli agenti di polizia municipale». Da qui la richiesta di modificare data o quantomeno orario (spostandola alla mattina) dell’assemblea, invitando al tempo stesso il comandante Ferlisi (che in mattinata aveva esplicitamente discolpato il sindaco di tutta la vicenda, puntando anch’egli il dito sui dirigenti) «ad attivare ogni necessaria azione volta ad assicurare la presenza di un numero sufficientemente congruo di unità di personale» durante la processione.

Quindi l’ultimatum: in assenza di risposte entro mezzogiorno di oggi, il sindaco ha annunciato che «suo malgrado sarà costretto ad emanare apposita ordinanza per garantire la tutela della incolumità dei partecipanti ed evitare di pregiudicare il buon e sereno andamento della Vara».

Una risposta ufficiale si avrà solo oggi, ma una chiara indicazione si può avere dalla dichiarazione congiunta dei segretari delle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Csa, Clara Crocè, Calogero Emanuele e Pietro Fotia: «Non crediamo alle rassicurazioni fornite dall’Amministrazione, promesse da marinaio. Il rinvio dell’assemblea si deciderà domani (oggi per chi legge, ndc), nell’interesse esclusivo dei cittadini messinesi, che non possono pagare il pegno per l’inefficienza di una classe dirigenziale arroccata dietro la burocrazia. La colpa del mancato pagamento ai comunali e delle rivendicazioni sulla polizia è dei dirigenti, che con il loro atteggiamento rendono ancora più asfittica l’economia messinese». Prevarrà il buon senso, dunque. Ma l’ascia di guerra è tutt’altro che sotterrata.

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