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Precipita aereo in Venezuela
Muoiono padre e figlio 16enne

Precipita aereo in Venezuela Muoiono padre e figlio 16enne

Costernazione e cordoglio a Limina per l’incidente aereo occorso in Venezuela nel quale sono rimasti uccisi due italiani legati al piccolo centro della Valle d’Agrò.

Si tratta di Pasquale Caradonna, 48 anni, sposato con la liminese Maria Grazia Lo Giudice, e del figlio Gianfranco, 16 anni.

Padre e figlio erano a bordo del piccolo Cessna di famiglia pilotato dall’uomo quando, secondo quanto reso noto dalle autorità locali, subito dopo il decollo dall’aeroporto “Jiacinto Lara” di Barquisimeto, c’è stata una avaria al motore.

Il “my day” è stato raccolto dalla torre di controllo che ha autorizzato il rientro, ma l’aereo non è riuscito a raggiungere l’aeroporto né a fare l’atterraggio di fortuna sul quale puntava Pasquale, schiantandosi in picchiata contro un campo di soia. Quando sono giunti i mezzi di soccorso per i due non c’era più niente da fare.

La notizia ha raggiunto anche i parenti, a Limina, dove vive il suocero, destando profondo cordoglio inm quanti ben conoscevano le due vittime.

Pasquale Caradonna era originario di Salemi. Emigrato diversi anni addietro in Venezuela si era stabilito a Barquisimeto, la capitale dello Stato della Lara, dove aveva messo su un laboratorio di pasta fresca, poi ampliato in un vero e proprio stabilimento, dando lavoro a decine di operai. Per produrre la pasta, dopo che un incendio aveva distrutto gli impianti, aveva fatto venire dall’Italia tutto il macchinario occorrente per produrne vari tipi, continuando così ad assicurare occupazione a tanti dipendenti. L’iniziativa imprenditoriale ebbe successo in una citta con 1 milione e 200.000 abitanti, in gran parte emigrati italiani. Nel frattempo aveva conosciuto e sposato Maria Grazia Lo Giudice, figlia di emigrati liminesi. Dall’unione era nato Gianfranco che, proprio in questi giorni, aveva conseguito il diploma. La moglie aveva aperto una catena di negozi di abbigliamento per bambini chiamandola “Messina” proprio come ulteriore segnale di un suo legame affettivo con la terra siciliana.

Il volo era la passione di famiglia. Spesso tornavano a Limina ed a Salemi per incontrare parenti e amici.

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