La sensazione è che ci sia stata una quanto meno animata discussione all’interno della Giunta. E a confermarlo è l’atto ufficiale, il comunicato stampa con cui il sindaco Renato Accorinti di fatto “smentisce” i contenuti della nota postata su Facebook dall’assessore Luca Eller Vainicher, in riferimento alle recente sentenza con la quale la Corte d’Appello di Palermo ha condannato il Comune al pagamento di 12,5 milioni di euro per debiti relativi a consumi idrici risalenti agli anni tra il 1979 e il 1998.
«Non si tratta di una passività sconosciuta o non considerata, la quale farebbe saltare il Piano di riequilibrio – scrive il sindaco –, compromettendo le speranze di risanamento dell'Ente. L'assessore Eller non era forse a conoscenza che questo debito era stato considerato, valutato e pienamente inserito nel Piano di riequilibrio, con accantonamento al 100 per cento del valore nominale della causa. Inoltre, la sentenza in questione non è definitiva e l'importo risulta tuttora transigibile, con lo scopo di pervenire (per il tramite del Piano di riequilibrio) ad una composizione bonaria ed extragiudiziale della vicenda». E i legali che seguono il caso, il prof. Aldo Tigano e l’avv. Renato Caudo), evidenziano alcunis aspetti: «1) La domanda di accesso arbitrale risale al 2007 ed era diretta ad ottenere il pagamento ex contractu del corrispettivo del vettoriamento per una somma pari ad oltre 25 milioni di euro oltre rivalutazione, interessi ed accessori. 2) Tale domanda è stata sostanzialmente respinta avendo il collegio arbitrale accertato che, in mancanza di alcun patto, il Comune andava condannato per indebito arricchimento ma per la somma minore di 12 milioni e 500 mila euro. 3) La Corte d'Appello di Palermo ha respinto sia l'appello principale del Comune di Messina sia quello incidentale dell'Eas che aveva riproposto la domanda originaria di 25 milioni di euro. 4) La sentenza della Corte d'Appello di Palermo non è definitiva ed è ricorribile per Cassazione. 5) Le liti sono state deliberate a suo tempo dal commissario straordinario Sinatra. 6) Il danno potenziale è stato dall'azione legale del Comune dimezzato rispetto all'importo originario, il debito è integralmente considerato nel Piano di riequilibrio ed è ancora transigibile con la controparte».
Infine, Accorinti ribadisce che «l'Amministrazione (la quale non ha mai nascosto la delicatezza e la gravità della situazione finanziaria del Comune, consapevole di dover eventualmente affrontare ogni possibile scenario), è impegnata a costruire un percorso di risanamento finanziario che possa evitare alla città la prospettiva del dissesto».
L’assessore non sembra averla presa bene. «Io non faccio terrorismo – ha dichiarato a margine del dibattito in Commissione –, dico solo che se si fa un passo avanti e poi si è costretti a farne due indietro, alla fine non si va da nessuna parte. Voglio ripetere un concetto perchè sia chiaro a tutti: io non ho detto che siamo in default ma solo che il dissesto è uno scenario possibile, al quale comunque bisogna essere preparati se si è costretti a dichiararlo. Lavoriamo, però, 24 ore al giorno per evitare che ciò si verifichi».
Che la situazione sia critica lo sanno anche i muri dell’intera città e che ogni volta spuntino ostacoli e problemi che si pensava fossero superati, è un altro motivo di grave preoccupazione nel Palazzo. Ieri in Commissione si è dibattuto proprio intorno alla delibera di riconoscimento di nuovi debiti fuori bilancio pari a 33 milioni di euro. Un pozzo senza fondo, tra pesanti eredità del passato ma anche vicende recenti, come i crediti vantati da MessinAmbiente nei confronti del Comune.
C’è chi ritiene indispensabile un’operazione verità sui conti di Palazzo Zanca. «Le recenti dichiarazioni dell'assessore Eller circa la situazione economico-finanziaria del Comune e l'incombente rischio dissesto – spiega il consigliere Maurizio Rella –, la conferenza stampa di Accorinti che assieme a Eller sembrava avvalorare l’ipotesi del dissesto, la smentita successiva: un copione ormai consumato, nel quale sembra procrastinarsi all’infinito l’ultimo atto della cronica crisi che sta affondando il Comune di Messina. Un atto sollecitato ormai quasi due anni or sono, quando, insieme al sottoscritto, molti dei sostenitori della prima ora di “Cambiamo Messina dal Basso”, in conferenza stampa insieme con gli allora consiglieri Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, abbandonavano il movimento, esprimendo forte contrarietà rispetto alla scelta di un Piano di riequilibrio che metteva una pietra tombale sulla possibilità di accertare le responsabilità del passato, imponendo inaccettabili sacrifici alla cittadinanza. Mi ero illuso che la sostituzione dell'assessore Signorino, privato della delega di vicesindaco, rappresentasse una esplicita sconfessione di una strategia inadeguata. Gli stessi ritardi nella presentazione del previsionale 2015, la presa di posizione critica di Eller in sede di approvazione del consiglio comunale, facevano ben sperare, suonando come un tacito atto d'accusa rispetto alla gestione finanziaria precedente. Eppure, incredibilmente, nonostante tutto ciò oggi sembra essere nuovamente precipitati nel limbo delle dichiarazioni e delle smentite, delle sfiducie condizionate, della navigazione a vista. Ritengo, pertanto, mia personale responsabilità, essendomi assunto l’onere di rappresentare quanti mi hanno dato fiducia nelle urne, sollecitare, in questo frangente, una necessaria per quanto dolorosa operazione verità e concretezza. Giunti ad oltre metà del mandato, occorre che il sindaco e la giunta abbiano il coraggio di correggere la rotta e l'umiltà di ammettere i propri errori, parlando chiaro ed una volta per tutte alla cittadinanza. Si può ancora fare: insieme possiamo farlo».