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Tornano i Kunsertu... in tribunale

Tornano i Kunsertu... in tribunale

La bella notizia è che i Kunsertu sono tornati a calcare le scene e che presto potremo ascoltare un loro nuovo album con brani inediti. La brutta, anche se si tratta di una possibilità remota, è che potrebbero essere costretti a non utilizzare più questo nome.

Ma andiamo con ordine. Dopo 21 anni la storica band messinese, gruppo di punta della world music italiana ed europea tra gli anni Ottanta e Novanta, grazie ad album come “Kunsertu” (1984), “Shams” (‘89), “Live” (‘91) e “Fannan” (‘94), in cui spiccavano brani come “Mokarta” (un vero e proprio classico ormai), “Mattanza”, “Dumà”, “Zambra” ed altre, ha deciso di rimettersi in gioco. Maurizio “Nello” Mastroeni (autore di quasi tutti i brani) e Giacomo Farina (manager e direttore artistico), membri storici della band, hanno deciso che è venuto il momento di ripresentarsi al pubblico (che non li ha mai dimenticati) con un nuovo progetto che vedrà la luce nei prossimi mesi. Da qui la decisione di riprendere a fare concerti. Si sono così esibiti in aprile a Capo d’Orlando, a maggio a Messina (serata di beneficenza organizzata da Nino Frassica) e a luglio a Milazzo. La risposta del pubblico, manco a dirlo, è stata entusiastica.

La decisione non è andata giù all’altro membro storico del gruppo, il cantante Pippo Barrile, con il quale i rapporti professionali e soprattutto umani si erano bruscamente interrotti più di 13 anni fa.

In più occasioni l’ex vocalist del gruppo - che intanto aveva intrapreso una carriera solistica -, aveva manifestato il desiderio di tornare a suonare con i vecchi compagni di strada. 

A questo punto pentagramma e canzoni hanno lasciato spazio alla carta bollata e agli avvocati. Da Messina è partita una diffida a utilizzare il nome “Kunsertu”. Da Catania la risposta è stata una controdiffida e la partecipazione alla prestigiosa stagione estiva di Zafferana Etnea, il 30 luglio scorso, con un gruppo presentato come la reunion dei “Kunsertu”, fatto che ha scatenato i vecchi fan, e portato alle falde dell’Etna più di duemila persone.

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