Messina è la città delle emergenze che poi diventano croniche e finiamo . per abituarci. Ci abituiamo ad avere tonnellate di spazzatura sotto casa, ad avere i rubinetti a secco e da mesi ormai a non ricevere la corrispondenza se non saltuariamente. La strategia aziendale di Poste italiane al momento non sta dando i risultati sperati. Pochi portalettere, consegna teorica a giorni alterni in realtà possono trascorrere settimane senza vedere un addetto, pianta organica insufficiente sono solo alcune delle ragioni dei ripetuti disservizi. L'ultimo problema segnalato dai cittadini ai centralini della nostra emittente è il mancato recapito delle bollette della Tari. Il primo acconto andava pagato entro il 31 luglio ma sono stati moltissimi gli utenti che non hanno ricevuto i bollettini. Con il risultato che si sono dovuti mettere in coda alla Ripartizione tributi del comune per ritirarli. E c'è chi attende convocazioni per concorsi o le normali bollette delle utenze che a volte arrivano già scadute anche di un mese con il rischio di vedersi tagliare luce, gas o telefono e di doverle pagare con l'aggiunta della mora. Tutto ciò mentre nei centri recapito di Poste italiane di via Olimpia e Pistunina giacciono tonnellate di corrispondenza inevasa come più volte segnalato dai sindacati che mesi fa avevano previsto questa situazione a causa dei tagli dettati da una ristrutturazione aziendale che ha messo in ginocchio il servizio. E le conseguenze della situazione di Messina si riflettono anche sul resto del Paese. Un noto avvocato livornese ha deciso di denunciare poste italiane per un grave disservizio di cui è rimasto vittima. Il professionista non è riuscito in alcun modo a far notificare degli di atti giudiziari ad una persona residente a Messina. Notifica che avviene necessariamente a mezzo Poste Italiane per monopolio concesso dal Ministero della Giustizia. I documenti sono stati spedita da Pisa il 6 aprile scorso e giunti al centro operativo postale di Messina l'11 aprile. Il primo tentativo di recapito è stato effettuato addirittura il 21 luglio, cioè 3 mesi e dieci giorni dopo l'arrivo del plico a Messina. Da Poste Italiane rispondono che non è stato possibile effettuare il recapito il 21 luglio scorso per assenza del destinatario ed è stato così emesso un avviso di giacenza. Ineccepibile ma l'avvocato livornese nella missiva inviata a Poste italiana si chiede giustamente: “Posso chiedere cosa hanno fatto i vostri uffici dall'undici aprile al 21 luglio se non omettere il loro dovere e non compiere il pubblico servizio per cui sono pagati visto che il decreto ingiuntivo contenuto nel plico è ormai scaduto?”. Quesito che i messinesi si pongono ormai da mesi nel silenzio assordante ed imbarazzante di Poste.