E' stato sottoposto a fermo di PG il marocchino che nella notte tra venerdì e sabato scorsi ha accoltellato un connazionale nel cantiere del centro polifunzionale di Maregrosso. Mohamed Mazouz, 42 anni, incensurato, dopo essere stato sentito dal sostituto procuratore Francesco Massara al quale ha fornito la sua versione dei fatti è stato rinchiuso nel carcere di Gazzi con l'accusa di tentato omicidio. L'uomo, ormai braccato dai militari dell'Arma, si è costituito raccontando di essersi difeso da un'aggressione e di aver colpito il 31enne con una forbice da potatura che però non è stata ancora trovata. La sua versione è ora al vaglio degli inquirenti. Sono intanto ancora gravi le condizioni della vittima. L'uomo, che ha riportato una profonda ferita da taglio alla gola, è ricoverato in prognosi riservata nella rianimazione del Papardo in imminente pericolo di vita. Preoccupa soprattutto la gran quantità di sangue finita nei polmoni a causa della lesione della trachea.
La tragedia si è verificata intorno alle 22,30 nel cantiere in cui ormai da anni trovano rifugio decine di senza fissa dimora, soprattutto stranieri. E quella sera erano in tanti presenti all'aggressione ma sono tutti fuggiti prima dell'arrivo dei carabinieri. Dalle indagini è emerso che Mazouz e il 31enne, si frequentavano da anni anche se ultimamente c'erano stati degli screzi dovuti anche all'abuso di bevande alcoliche. Quale sia stato il motivo della lite non è ancora chiaro. Mazouz ha detto che mentre si trovava disteso su un materasso, dopo l'ennesima lite, è stato aggredito dal 31enne. Lui però ha reagito e lo ha colpito con la forbice alla gola. Poi è fuggito perdendo durante la fuga alcuni effetti personali fra cui il telefono cellulare. Proprio dal telefonino i Militari, intervenuti a Maregrosso, sono risaliti a Mazouz che si è costituito nel giro di poche ore prima di essere trasferito a Gazzi. In questa vicenda di povertà e disperazione resta anche un'altra certezza, quella di una zona, Maregrosso, dove degrado ed abbandono la fanno da padroni. Dove una struttura abbandonata da anni è divenuta ormai dormitorio di stranieri senza fissa dimora, dove negli anni si sono moltiplicati i casi di criminalità diffusa e dove la bonifica garantita da varie amministrazioni rimane drammaticamente solo un miraggio.