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Raccolta rifiuti, ora si è
a un passo dal baratro

Raccolta rifiuti, ora si è a un passo dal baratro

Come era facile prevedere l’appello è caduto nel vuoto, ma non basta: sul fronte rifiuti piove sul bagnato. Nel giorno della chiusura della discarica di Motta Sant’Anastasia, e quindi con tutti i rifiuti “sequestrati” in città, la quantità di spazzatura lasciata dai messinesi dentro e soprattutto fuori dai cassonetti è rimasta identica. Ma il vero grande pericolo è che ogni giorno ci sia un grosso quantitativo di immondizia che debba restare in città per un problema di capienza nelle discariche siciliane. Ad allungare i tempi di smaltimento della giornata di stop, infatti, si è aggiunta la novità che dalla discarica di Motta Sant’Anastasia, quella indicata dalla Regione per conferire i rifiuti di Messina e non scelta da Messinambiente né da Palazzo Zanca, sono tornati indietro carichi, ieri mattina, tre mezzi. E potrebbe non essere l’ultima volta che accade.

Circa 80 tonnellate di rifiuti che non potevano essere lasciati perché era stato raggiunto il peso massimo di frazione umida raccolta e che l’impianto etneo a sua volta gira a Siculiana. Con lo stop in tutta l’isola e nella provincia di Messina in particolare, l’impianto di Agrigento è andato in tilt. Ma è un problema che potrebbe continuare per tutta l’estate quando la produzione di umido nell’isola è ben oltre le 400 tonnellate al giorno che la Regione ha autorizzato. Lo scenario possibile: Messina potrebbe raccogliere la sua spazzatura ma alcuni degli ultimi viaggi dei grandi semirimorchi potrebbero rivelarsi inutili perché nel frattempo è stato raggiunto il limite. Il camion tornerebbe indietro carico, bloccando un ciclo che non ha un punto di stoccaggio. Per questo la raccolta in città da oggi sarà ancora più lenta, appesa ad un filo e spesso incompleta.

Le 80 tonnellate restituite ieri rappresentano il 30% della raccolta cittadina. «Se anche nei prossimi giorni dovessero dirci di essere saturi e dovessero rifiutare una quantità così importante – dice Giovanni Calabrò, commissario di Messinambiente – in due o tre giorni saremmo al collasso». Messina non ha più un centro di raccolta provvisorio dove poter lasciare anche solo per 24 ore l’immondizia restituita. Resterebbe sui camion fino al giorno successivo e questo non farebbe scattare la raccolta in città. Un ritardo dietro l’altro ed in pochi giorni si accumulerebbe tanta di quella spazzatura da rendere ingovernabile il sistema. «Desidero informare la Prefettura ed ho già avvertito il sindaco e l’assessore Ialacqua perché serve un intervento politico per innalzare il tetto di tonnellate autorizzate per Messina – prosegue Calabrò – d’estate la quantità di umido cresce e con essa i rifiuti in genere, ma nell’ultima ordinanza, la regione ha ridotto la capienza di Siculiana e Motta si è dovuta adeguare mettendo alla porta chi arriva per ultimo. Noi rischiamo sempre con gli ultimi viaggi». In piena estate, si sta davvero giocando con il fuoco.

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