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Barcellona, allarme amianto in pieno centro

Barcellona, allarme amianto in pieno centro. Esposto di Legambiente a Comune, Arpa, Asp e Procura della Repubblica

Un vecchio immobile da anni fatiscente, coperto con lastre di cemento-amianto, in condizioni più che precarie, in pieno centro cittadino a Barcellona. È l’ex Officina Rucci. Si trova nel “quadrilatero” compreso tra via Kennedy, via Gramsci, via Papa Giovanni XIII e via Don Luigi Sturzo, in un’area di oltre quattrocento metri quadrati. È situata infatti alle spalle della sede e della stazione di rimessaggio dell’Azienda siciliana trasporti, vicino ad abitazioni ed esercizi commerciali, a ridosso del ponte Longano e poco distante dai Salesiani.

Sta lì da tempo, ma sembra non importare a nessuno né il destino della preziosa area né la possibilità di avviare uan bonifica attraverso la rimozione degli elementi nocivi per la salute. La vicenda viene adesso denunciata da Legambiente del Longano. Che ha effettuato un sopralluogo in città a conclusione del quale ha riscontrato diverse situazioni di pericolo per l’igiene e la salute pubblica. Altri esposti della Legambiente del Longano sulla presenza di cemento-amianto, lo ricordiamo, erano stati presentati anche per Santa Venera e via San Paolo Gala.

La nuova segnalazione si riferisce ad un vecchio fabbricato ormai da anni fatiscente, coperto con lastre di cemento amianto, che potrebbero precipitare al suolo. Un pericolo che è complementare allo stato di degrado della copertura dell’area, con riferimento alle lastre di eternit; sussiste dunque uno stato di pericolosità per il potenziale rilascio di fibre, per il quale si rende necessario e urgente un idoneo e immediato intervento di bonifica e messa in sicurezza.

Legambiente del Longano ha inviato il suo esposto al sindaco Roberto Materia, alla polizia municipale, all’Arpa di Messina, alla Procura della repubblica e all’Asp. Considerato che l’immobile è ubicato in pieno centro abitato e pertanto la situazione è motivo di rischio e pericolo per la pubblica incolumità, oltre che motivo di rischio per l’igiene e la salute pubblica – è scritto nell’esposto – si ravvisa di attivarsi celermente a contattare il curatore fallimentare, avvocato Andrea Paolo Vasaperna di Milazzo, affinché faccia effettuare i necessari lavori di messa in sicurezza e relativa bonifica.

«Purtroppo la problematica, piuttosto ricorrente nei controlli ambientali, si caratterizza di una evidente complessità», ha dichiarato il presidente della Legambiente del Longano, Carmelo Ceraolo, che ha sollecitato l’esecutivo ad adottare celermente il piano amianto, ai sensi della legge 10 del 29 aprile 2014, nonché della circolare della Regione Sicilia del 22 luglio 2015. Questi documenti contengono le linee guida per la redazione del “Piano comunale amianto” e per dare attuazione alle misure previste dalla normativa vigente. Il sindaco Materia, dal canto suo, ha già disposto l’ordinanza 76 del 21 dicembre 2015, che si riferisce alla prima fase del censimento in autonotifica.

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Focus

Vecchi capannoni concepiti quando il “problema amianto” nel nostro Paese non solo non era “percepito”, ma addirittura si riteneva che non esistessero alternative allorquando vi era da coprire uno stabilimento. Concezione mutata radicalmente negli anni più recenti, ma sul territorio permangono strutture – spesso dismesse, ormai archeologia industriale – ad alto tasso di pericolosità e da smantellare. Servono cospicue risorse, che gli enti locali non hanno, tantomeno i privati. Ma esistono canali di approvvigionamento finanziario su cui è possibile far leva.

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