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«Nessun rispetto del codice
e della vita umana»

«Nessun rispetto del codice e della vita umana»

«Se il Forestieri, malgrado la gara a folle velocità, si fosse arrestato al semaforo rosso di tale incrocio, Lorena Mangano non sarebbe morta». Le parole giudiziarie di una tragedia della strada sono tutte nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare del gip Daniela Urbani, l’atto con cui lunedì sera il finanziere 32enne Gaetano Forestieri e il 24enne Giovanni Gugliandolo sono stati portati in carcere dalla Polizia municipale. Il primo deve rispondere di “Omicidio stradale” aggravato anche dall’uso di alcol e “Competizione stradale”, il secondo soltanto di “Competizione stradale”. Verranno interrogati oggi dal gip Urbani. Forestieri è difeso dall’avvocato Salvatore Silvestro, Gugliandolo dal collega Pietro Luccisano. La famiglia di Lorena è invece assistita dall’avvocato Aurora Notarianni.

L’ipotesi dolosa

Il gip si spinge ancora oltre per quel che riguarda la qualificazione giuridica, perché scrive: «È evidente che qualora venisse dimostrato, nel prosieguo delle indagini e con ulteriori approfondimenti investigativi, l’accettazione del rischio, si potrebbe configurare il delitto di omicidio doloso». Ecco quindi l’intera ricostruzione dei fatti messa nero su bianco nell’ordinanza di custodia, che deriva dalle indagini dell’Infortunistica dei vigili urbani coordinate dal sostituto procuratore Marco Accolla. Le due richieste d’arresto sono state depositate dal pm il 1° luglio, quando il cerchio investigativo era chiuso.

Le indagini

Il gip Urbani parla intanto di una «ricostruzione chiara e inequivoca della dinamica del sinistro, nel contempo agghiacciante e non suscettibile di interpretazioni alternative». Rende poi conto delle immagini delle telecamere di sorveglianza e di due fondamentali testimonianze («... racconto preciso, particolareggiato e privo di contraddizioni... comportamento encomiabile tenuto e senso civico dimostrato subito dopo il sinistro»), rese da automobilisti che si trovavano quella notte in via Garibaldi: «Le immagini del cd allegato e le dichiarazioni rese... forniscono infatti gravissimi elementi con valenza probatoria particolarmente pregnante (e quindi molto più che indiziari) a carico di Forestieri Gaetano, conducente dell’Audi TT che ha impattato il veicolo della povera Mangano, e di Gugliandolo Giovanni, conducente in quei frangenti di una autovettura Fiat 500 Abarth che stava transitando (per modo di dire), come l’Audi TT, lungo il tratto rettilineo della via Garibaldi, caratterizzato da diversi incroci presidiati da semafori».

Poi il gip parla delle riprese «nitide», che «forniscono immagini al contempo “difficili” da comprendere e da spiegare per chi le osserva, perché esse si pongono al di fuori di ogni ragionevole rispetto delle regole della strada e della stessa vita umana»; immagini che «danno atto e comprovano senza alcun dubbio che l’auto del Forestieri... e quella condotta dal Gugliandolo (con carrozzeria particolare, in quanto dotata di alettone, doppio scarico, e motore dal rumore roboante)... hanno ingaggiato una vera e propria gara di velocità, una “sfida” che si è caratterizzata da azzardate manovre di sorpasso delle altre numerose auto presenti, effettuate a zig-zag ed a folle velocità, incuranti entrambi del traffico veicolare e persino pedonale presente». Dove? Ecco: «... è certo che le due auto abbiano ingaggiato una gara quella maledetta sera, verosimilmente già prima del tratto di strada antistante la Prefettura e che i due mezzi si siano “sfidati” ripartendo in pari posizione all’altezza del palazzo della ex Rtp».

La terza auto?

E c’è perfino un’altra ipotesi, altrettanto agghiacciante, su cui sono ancora in corso le indagini: «... il coinvolgimento di un terzo veicolo nella gara, allo stato, resta un mero sospetto, sorto a seguito delle dichiarazioni rese da..., sospetto che sarà oggetto verosimilmente di ulteriori approfondimenti investigativi».

La dinamica

Anche in questa ricostruzione fondamentali oltre alle testimonianze le immagini delle telecamere. Scrive il gip: «... nell’ultima parte del rettilineo l’Audi, a folle velocità, supera e “stacca” la Fiat 500 - che decelera in prossimità del semaforo precedente a quello posto all’incrocio con via Torrente Trapani - e poi prosegue la sua corsa, non considerando neanche la luce rossa del semaforo posto nei pressi dell’incrocio con via Torrente Trapani».

E dopo la tragedia: «... l’Audi del Forestieri, solo dopo l’impatto, lasciava sul manto stradale segni di frenata per trentuno metri, ciò a dimostrazione della spropositata velocità del mezzo e della circostanza che i freni sono stati azionati dall’indagato solo dopo aver colpito la Fiat Panda». Solo dopo.

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