"Il detenuto era arrivato a Barcellona Pozzo di Gotto dal Pagliarelli di Palermo a inizio mese. Fino al mese di gennaio era stato ubicato al III reparto in camera singola - dice Lillo Navarra, segretario regionale Sappe - Successivamente, quindi da fine gennaio, aveva chiesto di poter stare in cella con altri detenuti, e, sentito il parere di tutti i vari operatori penitenziari, si era disposto che stesse in cella con altri minorati psichici al piano terra del II reparto. E' un suicidio inspiegabile: era sereno, ordinato, pulito, sorridente ed aveva acquistato con l'ausilio del cappellano un discreto guardaroba: tute nuove, giacche, scarpe da ginnastica. I compagni erano contenti di lui". Per il Sappe "come elemento dalla evidente minorazione psichiatrica, non arrecava fastidi ad alcuno, non manifestava aggressione fisica o verbale. Effettuava colloqui con i familiari sporadicamente e anche le telefonate verso familiari erano rare". "Voleva andare in una comunità a Catania, ma la sua situazione giuridica non era però definita - aggiunge Navarra - Infatti, arrestato nel marzo del 2015 per rapina, dipendeva dal Tribunale di Catania, ed era in corso di trattazione il primo grado di giudizio". Per Donato Capece, segretario generale Sappe, "questo nuovo ennesimo drammatico suicidio di un detenuto evidenzia come i problemi sociali e umani permangono nei penitenziari".
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