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Caino e Abele "facce" di una stessa medaglia

Caino e Abele "facce" di una stessa medaglia

Va in scena il 18 e il 19 giugno alle 21 nella Sala Laudamo "Caino / Homo Necans" per la regia di Auretta Sterrantino. Le musiche originali sono di Vincenzo Quadrella, la scenografia di Giulia Drogo. Assistente alla regia William Caruso. 

Protagonisti dello spettacolo sono Livio Bisignano (Abele) e Oreste De Pasquale (Caino).

 “Caino. Homo Necans” si colloca lungo quella delicatissima linea di confine che separa le categorie storiche del pensiero, della morale, dell'etica: bene e male, giusto e sbagliato. E, lungo quella linea, questa pièce innesta due ulteriori elementi in grado di aprire un conflitto d'interpretazione e mettere in crisi il dogma. Così nella storia del biondo Abele, buono e ubbidiente, e del cattivo Caino, invidioso e spietatamente egoista, si aggiungono il compiacimento del buono e la malattia del cattivo, la consapevolezza del buono e l'ingenuità del cattivo. In tal modo i ruoli finiranno col confondersi con grande facilità. Lo studio per la messinscena tenterà di analizzare, dunque, Caino e Abele come due facce di una stessa medaglia, un'unica entità spaccata da una dicotomia massacrante: l'istinto del più forte, il tentativo di resistere del più debole. Il buio e la luce. Due forze incontenibili che trovano esito solo nella violenza e nella sopraffazione come condicio sine qua non per la sopravvivenza. L'Homo Necans diventa così quasi uno status imprescindibile dell'uomo.

Il rapporto tra i due fratelli, viene affrontato sia dal punto di vista fisico che dialettico, seguendo il solco segnato dalla drammaturgia di Koffka, senza ignorare il sapore irriverente della visione di Saramago o il lavoro di stampo prettamente poetico di Mariangela Gualtieri.

Una pièce che avrà parola e silenzio come centro focale e il movimento e lo studio del corpo e dell'interazione tra i corpi come elemento necessario per la completezza dell'indagine intrapresa.

“Caino. Homo Necans” costituisce il primo capitolo di un più grande studio che sfocerà in una trilogia Dei Traditori o dei portatori di colpa, le cui suggestioni derivano dagli ultimi Canti dell’Inferno dantesco. Al centro del lavoro è l’indagine delle immagini stereotipiche della religione cristiana. Nello specifico, appunto, il topos dei portatori di colpa): Caino, appunto, Giuda e infine Gesù.

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