«Una ripresa del movimento franoso che potrebbe portare a nuove situazioni di emergenza e fortissime criticità per l’approvvigionamento idrico e, dunque, per l’intera comunità messinese». Alle 22 della sera piomba, col volo d’avvoltoio delle cattive notizie, il comunicato emesso congiuntamente dall’amministrazione comunale e dall’Amam. E i cittadini di questa sventurata “metropoli” sono costretti a compiere ogni genere di scongiuro. A Forza d’Agrò la terra si sta continuando a muovere, minacciando pericolosamente l’acquedotto del Fiumefreddo. L’incubo dello scorso mese di ottobre si materializza nuovamente, anche se nessuno vuol credere che sia davvero possibile che una Città metropolitana non riesca ad avere antidoti all’incombente emergenza idrica.
La nota viene diramata da Palazzo Zanca dopo il tavolo tecnico attivato dal presidente dell’Azienda acque Leonardo Termini, di concerto con l’assessore ai Lavori pubblici Sergio De Cola. Nella mattinata si era svolto l’ennesimo sopralluogo, che ha verificato il peggioramento delle condizioni nella zona di Forza d’Agrò. «Grazie all’incessante monitoraggio che, in solitudine istituzionale, l’Amam ha assicurato e assicura sulla condotta – si legge nel comunicato –, è stata rilevata una ripresa del movimento franoso che potrebbe portare a nuove situazioni di emergenza e fortissima criticità per l’approvvigionamento idrico e, dunque, per l’intera comunità messinese. Il 17 marzo scorso, peraltro, a seguito di uno studio geologico approfondito commissionato dall’Amam, l’Azienda aveva già segnalato la gravità della situazione e le forti criticità presenti lungo la condotta dell’acquedotto di Fiumefreddo nel territorio di Forza d'Agrò a tutte le amministrazioni competenti: Dipartimento della Protezione civile nazionale, Prefettura di Messina, Genio civile di Messina, Arta Sicilia e Dipartimento Protezione civile della Regione siciliana. In risposta alla nota dell’Amam, il capo del Dipartimento di Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, invitava la Regione siciliana e la stessa Azienda a monitorare la situazione. Ad oggi, però, solo l’Amam, in assenza della Regione, ha operato, consentendo, appunto in data odierna, di individuare per tempo il segnale di una potenziale crisi emergenziale. Per questo, oggi stesso, il presidente Termini si è immediatamente attivato insieme con l’assessore De Cola per valutare, a seguito di sopralluoghi accurati, le soluzioni da porre in essere per evitare, anche in caso di aumento del fenomeno franoso, interruzioni del servizio idrico. Ancora una volta l’Amam sta operando con mezzi propri e senza alcun sostegno, nonostante questo sia stato formalmente più volte richiesto a tutti i livelli anche dall’Amministrazione, per prevenire nuove emergenze e garantire il servizio dovuto a tutti i cittadini. Ricordiamo anche che a tutt’oggi nonostante impegni assunti formalmente dalla società SiciliaAcque Spa, la stessa non ha proceduto entro il 30 aprile, data comunicata al tavolo della Protezione civile nazionale, al ripristino della condotta dell’Alcantara che garantirebbe un'ulteriore ed importante fonte di approvvigionamento per la città di Messina. Dobbiamo anche ricordare che nel territorio di Calatabiano, dove si è avuta la rottura della condotta nel mese di ottobre 2015, ad oggi non sono state avviate le opere necessarie per consentire il ripristino definitivo della condotta del Fiumefreddo». Insomma, un durissimo atto d’accusa nei confronti della Regione siciliana.