Quattro condanne e altrettante dichiarazioni di prescrizione dei reati. Si è concluso così il processo d’appello per uno dei tronconi dell’operazione antimafia “Gramigna”, sulla riorganizzazione recente dei clan mafiosi di Giostra e Camaro. In questo caso si trattava di uno dei tronconi celebrati con il rito ordinario, che vedeva coinvolte in origine dieci persone. Le accuse originarie contestate a vario titolo erano di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento di animali ed all'illecita organizzazione di competizioni non autorizzate tra animali.
Alla sbarra in appello davanti alla sezione penale della Corte d’appello presieduta dal giudice Francesco Tripodi erano in otto: Vincenzo Longobardi, Maurizio Irrera, Vito Rizzo, Walter Morici, Cesare Graziano, Antonino Di Blasi, Guido Caporlingua e Antonia Vento.
La sentenza d’appello
I giudici hanno intanto dichiarato prescritti i reati contestati a Vincenzo Longobardi, Maurizio Irrera, Cesare Graziano e Antonino Di Blasi. Due pene sono state invece rimodulate, applicando la cosiddetta “continuazione” con una sentenza del tribunale di Caltagirone che si ebbe nel 2007. Quindi la pena finale decisa per Vito Rizzo è stata di 6 anni e 1.000 euro di multa, mentre per Walter Morici la pena finale decisa è stata di 4 anni, 8 mesi e 1.000 euro di multa. Condanna di primo grado confermata, invece, per Antonio Vento e Basilio Caporlingia, che sono stati quindi condannati anche al pagamento delle spese processuali.
Il collegio di difesa è stato composto dagli avvocati Franco Pustorino, Salvatore Silvestro, Antonello Scordo, Domenico Andrè, Giuseppina Gemellaro e infine Teresa Gigliotti del Foro di Roma.
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