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Il Birrificio Messina
s’inaugura a luglio

Il Birrificio Messina s’inaugura a luglio

L’inaugurazione ufficiale è programmata per luglio e nei capannoni di Larderia si respira già aria di trepidazione. L’edificio è rifinito, il furgoncino per le consegne è “pronto” a girare per la città e i cartelloni pubblicitari a forma di bottiglia sono preparati a raccontare una nuova storia per Messina.

I tempi bui delle proteste, dei dubbi e delle difficoltà burocratiche sono ormai lontani e gli ostacoli sono stati superati grazie all’aiuto e al tifo dei messinesi. C’è stata un’intera città, o quasi, che ha dato vento alle vele di questa piccola scialuppa di salvataggio, diventata via via una nave adesso in grado di sfidare il mare aperto.

Questo è quello che ripete spesso il presidente del Birrificio Messina, Domenico Sorrenti, che non nasconde la sua emozione per l’evento tanto atteso che coronerà i sacrifici di questi anni: «Stringere la cinghia – sottolinea Sorrenti – per fronteggiare tutte le spese non è stato facile. Durante il percorso di ristrutturazione e rifinitura abbiamo avuto tanti problemi e per questo abbiamo ritardato l’apertura. Credo però che abbiamo dimostrato che nella vita volere è potere. Il nostro percorso d’altronde può servire da stimolo ad altri siciliani perché è necessario far ripartire l’economia».

I buoni auspici del resto ci sono tutti. Infatti, le richieste per la birra che si produrrà nella nostra città stanno arrivando non solo da Roma e da Milano ma anche dalla Romania e dall’Albania. Un riconoscimento che lusinga e che ha portato a sperimentare non una birra ma tre varietà diverse: «Ci sarà la birra dello Stretto – continua Sorrenti – che noi abbiamo voluto dedicare ai messinesi, i quali sono stati molto solidali con noi, e che porta l’immagine della Madonnina del porto. Ci sarà la “Doc 15 Premium” e infine la “Doc 15 cruda”».

Il numero ovviamente non è casuale ma ricorda che il progetto è partito grazie a 15 ex operai della Birra Messina, poi diventata Heineken, dunque Triscele. Resta il rammarico per i colleghi che hanno scelto di rimanere fuori: «Gli altri non credevano in questo progetto – conclude –, lo consideravano troppo rischioso e purtroppo ancora oggi qualcuno si trova senza un’occupazione». Nei prossimi giorni, dunque, il montaggio delle macchine sancirà l’ultima fase. I cittadini peloritani, invece, vicini e lontani dovranno solo brindare, anche solo idealmente, per un sogno che finalmente ci ricorda le nostre radici e che nei prossimi anni potrebbe creare nuovi posti di occupazione.

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