Dopo l'agguato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, l'offensiva dello Stato contro la mafia dei pascoli non si è fatta attendere.
Stamattina all'alba ottanta finanzieri in servizio al Comando Provinciale di Messina hanno fatto scattare una vasta operazione di controllo di centinaia di istruttorie relative all'ottenimento di finanziamenti europei e nazionali in agricoltura. Le Fiamme Gialle hanno eseguito numerose perquisizioni in Centri di Assistenza Agricola, enti che gestiscono le istruttorie relative alle domande di finanziamento.
L'operazione, che interessa le province di Messina, Enna e Catania, è coordinata dal Procuratore di Messina Guido Lo Forte e dal Sostituto Procuratore, Antonio Carchietti. Epicentro dell'inchiesta la zona di Tortorici dove in passato sono state riscontrate le maggiori irregolarità e dove l'azione della criminalità organizzata è più forte che altrove.
L'inchiesta della Procura riguarda un importante filone investigativo relativo a presunte truffe ai danni dell’Unione Europea ed all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura che sarebbero state realizzate da numerosi imprenditori del comprensorio dei Nebrodi.
Le indagini sono scattate a seguito delle denunce sporte da proprietari di terreni che al momento della presentazione della domanda per il contributo si sono sentiti rispondere che le particelle di proprietà, ad insaputa degli stessi, erano già state inserite in analoghe domande di finanziamento, presentate da altre persone.
Le indagini hanno consentito di individuare un meccanismo di frode da parte di persone che inserivano in numerose istanze presentate da aziende agricole a loro riconducibili, terreni appartenenti ad altri proprietari.
Alcuni dei destinatari dei provvedimenti emessi oggi dalla procura hanno alle spalle precedenti penali per truffa o sono collegati alla criminalità organizzata locale. E molti di questi imprenditori agricoli hanno già ricevuto le interdittive antimafia della Prefettura di Messina a seguito della stipula del Protocollo di legalità con il Parco dei Nebrodi.
L’indagine conferma dunque come i sistemi illeciti per sottrarre risorse finanziarie nel settore agricolo siano ben radicati nella zona del Parco dei Nebrodi e come il sequestro dei terreni possa essere l'origine dell'agguato ad Antoci.
La conferma giunge dagli oltre cento accertamenti svolti nella prima parte del 2016 e nel precedente biennio dalla Guardia di Finanza che hanno permesso di rilevare cinque milioni di euro di contributi illecitamente percepiti, su un totale di undici milioni oggetto d’analisi ed hanno portato alla denuncia di ben ottanta persone.
Un affare enorme per la mafia che ha deciso di tutelare i propri interessi anche con il ricorso ad azioni eclatanti come negli anni 90 quando non esitò a piazzare una bomba davanti al posto di polizia di Tortorici.