Un’altra tragedia della strada provoca uno strazio senza fine, dopo quella che l’8 marzo scorso ha dilaniato la famiglia di Rebecca Lazzarini, la 14enne uccisa a Mili, mentre camminava accanto a suo papà Francesco, da un’auto finita fuori strada.
Stavolta, dinamica ben diversa, lo scontro frontale tra una bicicletta e un compattatore di MessinAmbiente, sulla Litoranea, ha stroncato la vita e i sogni di Rosario Costa, 14 anni, corridore dell’Asd “Nibali”, promessa del ciclismo, studente al primo anno dell’istituto nautico Caio Duilio. A pochi metri dal figlio quattordicenne in agonia, c’era il suo papà Stello Costa, dell’omonimo cantiere di famiglia a Paradiso, che come sempre seguiva la squadra di ciclisti del figlio, alla guida del suo motorino, con tutto il suo amore protettivo. È stata una tragedia, indescrivibile, fulminea come una coltellata improvvisa al cuore.
Erano le sette e trenta di una domenica mattina di sole, l’ora in cui i ciclisti già sciamano sulla litoranea verso il Tirreno, quando nel cuore di Sant’Agata, davanti all’Agenzia di scommesse Eurobet ed in prossimità del panificio Arena, s’è consumata la tragedia. Rosario era rimasto un po’ indietro insieme a un altro ciclista rispetto al gruppo della squadra intitolata al campionissimo dello Stretto. Una decina di ragazzi in tuta sociale, diretti insieme a Villafranca Tirrena per prendere parte a una competizione.
Per cause in corso di ricostruzione, a quanto pare, la bicicletta di Rosario Costa avrebbe registrato una piccola sbandata, scontrandosi frontalmente con il compattatore che procedeva in direzione contraria, da nord verso sud. La violenza dello scontro con la parte anteriore del mezzo pesante non ha lasciato scampo al quattordicenne, e vana sarebbe stata l’istintiva frenata con sterzata verso destra da parte dell’autocompattatore: la bici è schizzata via, quasi tranciata in due, il ragazzo è rimasto esanime sull’asfalto insanguinato. Non c’è stato nulla da fare, nonostante Rosario sia stato soccorso in pochissimi minuti dal personale del 118 accorso a gran velocità dal Papardo. In ambulanza come al pronto soccorso i tentativi di rianimarlo si sono susseguiti, invano. Troppo devastanti le ferite al capo, rispetto alle quali il caschetto protettivo, regolarmente indossato, nulla ha potuto. Sul luogo della tragedia si è radunata una piccola folla, il traffico è andato in tilt, sono intervenuti i vigili dell’Infortunistica agli ordini dell’ispettore capo Platania ed è arrivato anche il comandante del corpo, Calogero Ferlisi. A differenza di altre tragedie della strada, la ricostruzione della dinamica potrebbe risultare, stavolta, meno difficile. La sequenza dell’incidente è stata registrata dalle telecamere di un esercizio che si trova nelle vicinanze ed è da ieri sotto la lente della squadra infortunistica che conduce l’indagine, sotto le direttive del sostituto procuratore di turno, Rosanna Casabona. Certo è che per quanti sono accorsi subito, dal papà Stello agli altri ciclisti tornati indietro, richiamati dal rumore e dalle grida, lo scenario è stato straziante, raccapricciante. Con una corsa contro il tempo che lasciava pochissima speranza, con le telefonate all’impazzata.
Rosario, in condizioni disperate, è spirato pochi minuti dopo il suo arrivo in codice rosso al Pronto soccorso del Papardo. Attorno a lui, lo choc di tutti i presenti, compreso quello del conducente del compattatore che, come impone la legge in questi casi, è stato accompagnato dai vigili al Piemonte e sottoposto ai test obbligatori per verificare l’eventuale assunzione di alcol o stupefacenti, ed è risultato negativo.
Il sostituto procuratore Casabona valuterà oggi se ai fini dell’indagine sia necessaria l’esecuzione dell’autopsia, oppure sia sufficiente un esame esterno. Entrambi i mezzi, intanto, sono stati sottoposti a sequestro.
Tra i molteplici elementi da verificare ci sono quelli relativi al punto esatto in cui lo scontro si è verificato ed alla velocità dei due mezzi al momento dell’impatto. In tal senso le immagini registrate dalle telecamere in quel tratto di litoranea santagatese – caratterizzato da una sezione modesta ma trafficata – potrebbero risultare decisive. Ma importanti probabilmente saranno anche le eventuali testimonianze raccolte dall’infortunistica sia nell’immediatezza dell’incidente che successivamente.
Nulla, purtroppo, potrà restituire ai tanti che lo amavano e gli volevano bene, il sorriso di questo ragazzo appassionato e perbene che faticava con la tenacia di un uomo, nel cuore la speranza di diventare un giorno, un campione.