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E ora anche il bilancio
diventa una “matassa”

E ora anche il bilancio diventa una “matassa”

Luca Eller Vainicher non parla a vanvera. Da quando è arrivato a Messina, con un linguaggio anche a volte criptico ed oscuro, ha comunque lasciato intendere di essere qui, in riva allo Stretto, con una precisa “missione”: salvare il Comune (e ovviamente la giunta Accorinti), costi quel che costi. E in tale contesto vanno ascoltate e riascoltate, lette e rilette, le sue dichiarazioni, come quella rilasciata venerdì sera durante la trasmissione Punto Franco andata in onda su Rtp. «Come nella settimana enigmistica – ha detto l’assessore al Bilancio, rispondendo a un’incalzante domanda postagli da Sebastiano Caspanello –, c’è un punto, poi un punto, poi un altro punto. Se traccio le linee e unisco i punti, beh, non lo dico qui in televisione, ma vado direttamente in Procura».

E Luca Eller Vainicher le linee sembra averle tracciate, unendo i punti di quello che è l’incomprensibile – almeno agli occhi dei messinesi – rebus della situazione economico-finanziaria del Comune. Le vicende relative alla mancata approvazione del bilancio di previsione 2015 avranno molto probabilmente strascichi in altre sedi. Non è un caso che nei giorni in cui esplode la bufera giudiziaria dell’operazione Matassa, Eller Vainicher rilanci le sue “enigmatiche” valutazioni su quanto accaduto e quanto sta accadendo da mesi a Palazzo Zanca. E non è un caso neppure che proprio ieri, sulle pagine del “Manifesto”, appaia un lungo articolo firmato dal prof. Tonino Perna che, evidentemente “liberatosi” dall’incarico di assessore alla Cultura, fornisce una sua versione di fatti che farà certamente scalpore.

«La città muore a fuoco lento: da cinque mesi i revisori dei conti bloccano l’approvazione del bilancio previsionale». Già il titolo, “Come si affossa una Giunta”, è emblematico. I contenuti, poi, sono dirompenti. Gli strali del professore trovano come bersagli il presidente del collegio dei revisori Dario Zaccone e la stessa Corte dei Conti.

«Messina è la tredicesima città italiana – spiega, Perna, il suo punto di vista ai lettori del quotidiano nazionale –, che sta morendo a fuoco lento per via del presidente del collegio dei revisori dei conti, dott. Dario Zaccone, che da 5 mesi blocca la giunta Accorinti, impedendogli di approvare il bilancio di previsione 2015». Ma «per capire come stanno le cose» Perna ritiene necessario fare un passo indietro. Ed ecco che l’ex assessore ricorda i passaggi chiave delle elezioni 2013, la sfida al ballottaggio tra Accorinti e Felice Calabrò, la vittoria di una giunta “anomala” che si è ritrovata, però, in consiglio comunale con soli 4 rappresentanti su 40, «con una parte consistente dei consiglieri legata strettamente al grande capo Francantonio Genovese». Perna, dopo aver elencato i guai giudiziari dell’ex leader del Pd, cita il momento politico più rilevante, quello del 19 dicembre 2015 allorché «Genovese, appena uscito dagli arresti domiciliari e in attesa del processo, convoca un’assemblea all’Hotel Royal per festeggiare il suo passaggio a Forza Italia, partito al quale immediatamente aderiscono 11 consiglieri comunali del Pd (su 14), facendo così diventare Forza Italia il primo partito del consiglio comunale di Messina e il Pd l’ultimo o quasi». È questo l’evento chiave, secondo Perna: «Dal ritorno sulla scena di Genovese cambia tutto il panorama politico messinese e soprattutto cambia l’atteggiamento di Dario Zaccone, commercialista e consulente di alcune imprese che fanno capo all’impero di Francantonio Genovese. Da quel momento Zaccone, che negli anni precedenti aveva dimostrato di svolgere tranquillamente il suo mestiere, cambia registro e adotta una strategia di logoramento della giunta Accorinti: dal 9 dicembre a oggi l’amministrazione ha approvato 7 volte, dicasi 7 (in realtà, sono 5), il bilancio di previsione 2015 e regolarmente Zaccone ha espresso parere negativo. Per chi si intende anche un poco di bilanci, sa che approvare oggi un bilancio preventivo 2015 è un gioco da ragazzi. Nel senso che non c’è nulla più da “prevedere” e che, non trattandosi di un consuntivo dove possono sorgere problemi con i residui, si tratta di elencare le spese. Semplice. Lo capirebbe anche un bambino, ma non avviene».

L’analisi di Perna si aggancia alle ultimissime vicende: l’arresto di David, che segue a distanza di qualche mese il “caso Gettonopoli” che ha coinvolto molti consiglieri comunali. «Gli stessi consiglieri che qualche giorno prima – sottolinea l’ex assessore – stavano raccogliendo firme per sfiduciare Accorinti, che sembra sia nato sotto una buona stella perché ogni volta che è pronta la sfiducia succede qualcosa che la blocca. Ma nulla può fare un’amministrazione dalle mani pulite quando il potere usa gli strumenti della burocrazia per distruggerti».

Perna non risparmia un duro affondo diretto alla magistratura contabile: «Una Corte dei Conti che già nell’aprile 2014 dichiarava il Comune in stato di pre-dissesto finanziario e stabiliva quali voci di spesa fossero ammissibili e quali non lo fossero (in primis la cultura e la promozione turistica). Un abuso di potere incredibile. Tu, Corte dei Conti – insiste Perna – puoi chiedermi di non sforare il tetto della spesa, ma non come devo spendere a casa mia. Così si affossa la democrazia che nei Comuni trova le sue fondamenta».

In serata arriva la replica del presidente del Collegio dei revisori tirato pesantemente in ballo: «Che dire – esordisce Dario Zaccone –, talmente miope ed accecato dal rancore (per il sol fatto che svolgendo il nostro lavoro, diamo fastidio a chi non vuole essere controllato) al punto da sembrare un ex amministratore di un altro Comune. Il pensiero più ovvio è: ci è o ci fa? Ma il punto non è il prof. Perna, che avrò visto un paio di volte nonostante la mia frequenza quotidiana al Comune. Lui evidentemente sarà subornato da qualcuno, al quale si affida ciecamente al punto da dimenticare che i revisori non hanno dato sette pareri negativi al previsionale 2015, non hanno cercato il pelo nell'uovo (anticipo che c’è una differenza in meno di entrate ed altrettante di spesa nel previsionale release 5.0 di “appena” 46 milioni di euro). Inoltre, che il previsionale approvato dalla giunta il 9 dicembre 2015 non conteneva il fondo crediti dubbia esigibilità; che solo dopo l'approvazione del riaccertamento straordinario avvenuto il 31 marzo hanno inserito le poste di cui sopra; che la prima imputazione in bilancio del Fcde era pari a 10 milioni di euro ed a seguito di una nostra nota è stato calcolato in 103 milioni; che abbiamo chiesto di intervenire nel bilancio consegnato il 21 aprile osservando proprio quei criteri “elementari” che Perna stesso riconosce ma che proprio l'amministrazione non ha rispettato. Insomma, tutti “peletti nell'uovo” che sono ben felice di elencare...». Zaccone ribadisce alla fine che «si sta lavorando alacremente per esitare il parere già a metà settimana».

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