Se quella di venerdì è passata agli archivi come una giornata positiva sul fronte delle opere pubbliche – la consegna dei lavori di messa in sicurezza del viadotto Ritiro, l’acquisita certezza dei fondi finora mancanti per la costruzione del nuovo porto di Tremestieri –, ieri è stato l’esatto contrario. Durante il convegno sull’inquinamento urbano e ambientale, svoltosi a Cristo Re, il vicesindaco Gaetano Cacciola si è lasciato sfuggire una frase che è subito apparsa come una vera e propria “doccia gelata”: «L’iter della via Don Blasco è “congelato”, purtroppo a seguito dell’entrata in vigore della riforma sugli appalti occorrerà rivedere il progetto».
Avrebbe dovuto già essere tutto sui binari giusti e invece il treno ancora una volta rischia di deragliare. E sembra gravare una vera e propria maledizione su quest’opera, il cui progetto risale agli inizi degli anni Novanta.
In realtà, ci potrebbe essere una scappatoia in grado di salvare le procedure che erano giunte ormai a compimento. Il problema è sorto sui tempi: il bando di gara è stato pubblicato in ritardo, esattamente due giorni dopo l’entrata in vigore della nuova legge sugli appalti. Legge che, qualora dovesse valere anche per la via Don Blasco, costringerebbe per l’ennesima volta a rifare il progetto. Poiché diverse altre opere pubbliche in Italia verrebbero bloccate per la stessa ragione, è molto probabile che sia il Governo nazionale a “sanare” la questione. D’altra parte, sarebbe paradossale che, mentre il premier Renzi non fa altro che esaltare la “politica del fare”, di contro si fermino i cantieri pronti ormai ad aprire, dopo lunghissime e tormentate traversie come quelle che hanno contraddistinto finora l’iter della strada di collegamento tra Gazzi e il porto storico.
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