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Giostra, un altro raggelante muro d’omertà

Giostra, un altro raggelante muro d’omertà

Un altro muro di omertà, di quelli tanto lunghi quanto alti da valicare. Giostra come Camaro, anzi qui forse è ancora più difficile.

È questa la frontiera in cui stanno lavorando alacremente, cercando varchi da cui passare, gli investigatori della Mobile che danno la caccia all’uomo che venerdì, all’ingresso del mercato di Giostra, ha imbracciato un fucile a canne mozze ed esploso due scariche per devastare le gambe di Angelo Arrigo, 27 anni. Un giovane “punito” con una gambizzazione tremenda e plateale, tra le famiglie del rione più popoloso di Messina, che facevano acquisti, ragazzini e bambini inclusi.

Le condizioni del giovane, che è stato trasferito dal Piemonte all’ospedale Papardo, restano piuttosto gravi, anche se Arrigo non corre pericoli di vita. Ma l’entità e la pericolosità dei pallettoni che gli hanno trapassato le gambe è dimostrata dal fatto che ieri mattina è stato sottoposto a un secondo intervento di chirurgia vascolare. Anche in conseguenza di ciò il ventisettenne non è stato ancora ascoltato dalla Mobile.

Ma, ad eccezione della vittima delle due fucilate esplose dal sicario in scooter, il volto travisato dal casco, sono state già ascoltate e interrogate una quindicina di persone che alle 11.20 del 29 aprile, nell’area circostante al mercato, potrebbero aver visto o sentito qualcosa di utile, se non proprio di decisivo. Qualcosa che, finora, non è trapelata da parte di nessuno. Un muro di silenzio sostanziale, al di là di alcuni elementi assolutamente generici. Un muro eretto talora dalla paura, più spesso dalla legge dell’omertà. Insomma, per la possibile identificazione dell’autore del feroce ferimento, a livello testimoniale non sarebbe emerso nulla, «nessun tipo di precisazione ulteriore sull’accaduto». Ma da altri fronti gli investigatori della Mobile, coordinati dal dirigente Giuseppe Anzalone, potrebbero aprire all’improvviso il varco giusto e così attraversarlo, il muro.

Tra le tante persone già ascoltate ci sono naturalmente i familiari di Angelo Arrigo così come alcuni operatori ambulanti e a posto fisso del mercato rionale di Giostra. Tra i primi a prestare soccorso al ventisettenne, che rischiava di morire in caso di perdita prolungata di sangue dalle vaste ferite, c’è stato il fratello, ambulante come lui, che con un bendaggio improvvisato ed una corda stretta attorno alle ferite, ha fronteggiato bene la situazione fino all’arrivo dell’ambulanza. Anche lui non avrebbe potuto fornire elementi utili all’identificazione del sicario. Questi, del resto, ha agito in modo tanto temerario quanto fulmineo, senza neanche la complicità di un “palo”.

È sceso da uno scooter, verosimilmente rubato, di colore scuro, e si sarebbe avvicinato alla vittima designata senza dare troppo nell’occhio. Qualche particolare viene faticosamente ricostruito proprio su questo terribile momento: non vi sarebbe stata alcuna lite improvvisa, né grida od insulti, negli istanti che hanno preceduto la doppia deflagrazione.

L’uomo col fucile, insomma, è apparso rapido come un cobra davanti ad Angelo Arrigo che era intento a vendere frutta e verdura, con le sue cassette di merce “a 1 euro” disposte ai piedi del guard rail, a pochi metri dall’ingresso del mercato.

Quel che appare certo è che il criminale ha sfruttato al massimo l’effetto sorpresa, facendo fuoco da posizione estremamente ravvicinata e frontale, con le due devastanti scariche sparate prima su una gamba e poi sull’altra. L’arma sarebbe stata addirittura apppoggiata sulle cosce del giovane. Un istante dopo, mentre Arrigo s’accasciava e si trascinava sull’asfalto striato del suo sangue, il sicario si allontanava rapidamente, diretto verso il suo motorino e si dava alla fuga verso mare. Sotto la lente d’ingrandimento, in relazione a questa fuga, ci sono i filmati raccolti dalle telecamere attive in diversi punti del viale Giostra. Anche questo tentativo d’identificazione si profila come arduo, dato il grande traffico mattutino. Ma nessun muro è invalicabile. Per cominciare a farlo crollare, a volte, basta trovare un piccolo dettaglio.

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