Non sussistono esigenze cautelari concrete e attuali che possano ancora giustificare il mantenimento della misura cautelare dell'obbligo di dimora, applicata nei confronti di Francantonio Genovese nel novembre del 2015. La stessa misura, ancora, non appare giustificata nell'ottica di un necessario bilanciamento tra l'interesse di tutela della collettività e quello della Camera del Deputati ad operare nella pienezza della sua composizione. Accogliendo tali argomentazioni, espresse nel ricorso discusso ieri dall'avv. Nino Favazzo, i Giudici della Seconda Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, hanno annullato con rinvio la ordinanza del Tribunale del Riesame di Messina del 30 dicembre 2015.
Adesso, però, sulla questione si dovrà nuovamente pronunciare il Tribunale del Riesame.
"È un primo, significativo segno di discontinuità - afferma Favazzo - rispetto alle rigide posizioni fin qui tenute dai Giudici di merito e confermate da quelli del riesame, che ci ripaga, solo in minima parte, per l'impegno profuso nell'affrontare la complessa vicenda cautelare che, da quasi due anni, vede l'On. Francantonio Genovese sottoposto a misura. Sono sicuro che la fondatezza delle argomentazioni difensive e la autorevolezza dei Giudici che, ieri, le hanno condivise, rappresenteranno i punti cardine per una definitiva inversione di tendenza".