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Mistero sul decesso di un medico

Mistero sul decesso di un medico

Sembrava una morte normale, ma improvvisamente una circostanza ha messo in allarme i parenti. Dalla salma di una 59enne, già riposta all’interno di una bara, ormai prossima ai funerali, è fuoriuscito del sangue. «Un rivolo di sangue vivo», si legge nella denuncia presentata in Procura da alcuni familiari, che adesso chiedono di fare piena luce su un decesso a loro giudizio anomalo.

La vittima, di professione medico, avrebbe esalato l’ultimo respiro nella sua abitazione situata nella zona di Boccetta. Era quasi tutto pronto, quindi, per le esequie se non si fosse materializzata quella variabile imprevista, che ha convinto i parenti a nominare un difensore, l’avvocato Nino Cacia, e a chiedere l’esecuzione dell’autopsia. Il sostituto procuratore Francesco Massara ha aperto un’inchiesta al momento a carico di ignoti, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Secondo chi conosceva bene la donna qualcuno ha provocato la sua morte, anche se un quadro più completo si avrà quando il medico legale Elvira Ventura Spagnolo, che ieri pomeriggio ha effettuato l’esame autoptico all’obitorio dell’ospedale Papardo, depositerà i risultati sul tavolo del titolare dell’inchiesta.

Stando a quanto contenuto nella denuncia-querela, la donna sarebbe spirata nel cuore della notte. «Seppur afflitta da qualche piccolo acciacco, godeva complessivamente di buona salute», ha specificato nella denuncia-querela un parente, che sottolinea, tra le altre cose, di essere stato avvertito solo la mattina successiva e da estranei anche se subito dopo la tragedia, «i vicini di casa» del medico «hanno notato diverse ambulanze e pattuglie» delle forze dell’ordine sotto l’abitazione della donna. Vi sono «circostanze che appaiono sospette», aggiunge, e che porterebbero a ipotizzare cause non naturali del decesso. A far suonare il campanello d’allarme è stato il seguente fatto: «Nella giornata di venerdì, a 36 ore dal decesso della donna, prima che i necrofori saldassero la bara, fuoriusciva dalla narice di costei un rivolo di sangue vivo. Quindi, si insiste nella richiesta di esecuzione dell’esame autoptico nonché di mero subordine di essere autorizzati a svolgerla privatamente», si legge nell’esposto. La famiglia, quindi, desidera che siano accertati i motivi all’origine del dramma. Tra le ipotesi in campo, l’ingestione di un farmaco in dose massiccia tale da aver provocato alla 59enne un arresto cardio-circolatorio.

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