Se ne andrà a settembre. Dopo otto anni passati a Messina, la città sonnolenta e indolente dove si insediò il 20 settembre del 2008, andando via da Palermo, dove forse qualcuno non ha voluto che tornasse da procuratore capo.
Guido Lo Forte, procuratore capo di Messina, uno dei più prestigiosi e preparati magistrati italiani, lascerà la città dello Stretto dopo l’estate ma ancora ovviamente non sa cosa gli riservano i prossimi anni, visto che dopo la storia della Procura di Palermo è in corsa per la Procura generale di Firenze, per scacciare lo “spettro” di dover passare gli ultimi anni in magistratura da sostituto procuratore. Le stranezze della cosiddetta normativa in materia.
È stata una stagione densissima la sua, basti pensare al reale azzeramento della mafia a Barcellona, e nel suo ufficio di Palazzo Piacentini una mattina di aprile assicura che anche il lavoro su Messina e i suoi gruppi criminali si vedrà molto presto.
Intanto il Csm ha chiuso i giochi per la sua successione, è stata stilata la graduatoria definitiva con quindici pretendenti, ma oggi le regole e i giochi sottobanco per la scelta di un capo di un ufficio giudiziario non sono più ancorati all’anzianità e ai titoli. Molti dei pretendenti sono suoi amici, si conoscono da una vita.
Il primo della lista è Alfredo Morvillo, che adesso è procuratore a Termini Imerese, poi c’è Carmelo Petralia, che è già stato a Messina e ora è procuratore a Ragusa. La domanda l’ha presentata pure Francesco Paolo Giordano, il capo della Procura di Siracusa.
Poi nell’ordine ci sono il sostituto procuratore generale di Palermo Anna Maria Palma, l’attuale procuratore aggiunto di Messina Vincenzo Barbaro, il procuratore di Paola, Mario Spagnuolo, il sostituto della Dna Francesco Mandoi, il sostituto procuratore generale di Palermo, ma è stato anche a Mistretta, Luigi Patronaggio, il sostituto in servizio a Ragusa Francesco Pulejo e il sostituto della Dna Francesco Curcio.
Ci sono ancora altri nomi in lizza: il procuratore di Patti Rosa Raffa, il sostituto della Dna Maurizio De Lucia, l’attuale procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, e infine il sostituto in servizio a Reggio Calabria Giuseppe Lombardo.
Ovviamente i tempi della scelta sono ancora molto lunghi, per adesso di certo ci sono soltanto queste candidature.
Ieri come suo solito il procuratore Lo Forte non ha voluto commentare la notizia che riguarda la sua “succesione”. È molto complesso ricostruire le puntate della sua permanenza a Messina. Ma la cifra che ha indubbiamente contraddistinto la sua lunga esperienza peloritana è senza dubbio l’aggressione decisiva a una delle mafie -, come ha affermato più volte -, quella barcellonese, più forti e radicate dell’isola, da considerare in posizione paritaria rispetto a Cosa nostra palermitana e all’organizzazione nissena.