È pronta l’informativa della Squadra mobile su quanto accaduto durante il trasporto della salma di Giuseppe De Francesco al Gran Camposanto e successivamente alla messa in suo suffragio. Il rapporto contenente in dettaglio i fatti registrati e i protagonisti delle manifestazioni in memoria della vittima, vietate dal questore Giuseppe Cucchiara, sarà consegnato stamani in Procura. Conseguentemente, l’Autorità giudiziaria deciderà se adottare provvedimenti, nello specifico, denunce a piede libero. Sono tre gli aspetti sulla base della quale è incentrata l’informativa della polizia: il corteo non autorizzato; il blocco stradale; presunti casi di violenza privata, consistiti nella richiesta ad alcuni commercianti di Camaro di abbassare le saracinesche dei negozi in segno di lutto per la morte del ventenne morto sabato 9 aprile al Pronto soccorso dell’ospedale Piemonte. Stando alle prime indiscrezioni, sarebbero una quindicina i giovani che rischiano una determinazione dell’Autorità giudiziaria, ossia una denuncia a piede libero. Gli investigatori della Squadra mobile, coordinati da dirigente Giuseppe Anzalone, hanno visionato attentamente i filmati registrati in quelle occasioni. Non si è trattato di un lavoro semplice, visto che tantissimi ragazzi, oltre ai parenti della vittima, hanno voluto rendere omaggio a De Francesco. Ad alcuni vengono contestati comportamenti che rientrano tra quelli vietati dal questore. In particolare, il dott. Cucchiara aveva stabilito il “niet” a funerali pubblici, consentendo solamente un rito molto riservato e controllato “passo passo” dalla polizia. Per motivi di ordine pubblico, aveva espresso diniego al «trasporto funebre della salma in forma pubblica e solenne» e proibito «cortei di persone e autovetture». In realtà, il 15 aprile si è assistito a qualcosa di ben diverso. Decine di ciclomotori hanno accompagnato il trasporto della salma di Giuseppe De Francesco dall’obitorio dell’ospedale Papardo al Gran Camposanto. E per rendere più “scenografico” il contesto, qualcuno, alle 8, nel momento dell’arrivo dell’auto con il feretro al Cimitero monumentale, ha esploso dei petardi.
Molto più rumorosa, poi, la marcia in ricordo del giovane ammazzato con due colpi di pistola calibro 38. Sabato 16 aprile, dopo la messa celebrata nella chiesa della Santissima Annunziata, a Camaro San Luigi, i tanti amici della vittima e i parenti hanno indossato una maglietta di colore rosso recante la scritta “Giuseppe vive”. Quindi, a piedi, o a bordo di mezzi a due ruote, hanno percorso la via Gerobino Pilli e la via Catania, con tappa davanti al Gran Camposanto. Anche qui sono stati intonati canti per il ragazzo, accompagnati da applausi scroscianti.(r.d.)
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