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Onde elettromagnetiche
I cittadini chiedono chiarezza

Onde elettromagnetiche I cittadini chiedono chiarezza

Trecento firme su una petizione con la quale gli abitanti di aree prossime ad impianti di telecomunicazioni e diffusione di onde elettromagnetiche, chiedono all'amministrazione comunale di sospendere il rilascio di ulteriori autorizzazioni-concessioni in attesa di chiarire se le strutture esistenti siano conformi ai vincoli di legge. Una vicenda molto delicata, perché strettamente connessa a servizi utili alla collettività ma che potrebbero in qualche modo gravare sulla salute di numerosi cittadini. Il geometra Massimo Giordano, referente del gruppo pubblico spontaneo Peat (Promozione eventi e attività per il Territorio) e promotore della raccolta, spiega: «Gli abitanti di Sperone e delle frazioni limitrofe temono per la loro incolumità per la mancanza d’informazione, di piani di risanamento delle emissioni, di misure di sicurezza e di tutela a salvaguardia dell’ambiente contro il proliferare delle sorgenti di inquinamento elettromagnetico che si associano da anni a quello acustico ed ambientale». Gli fa eco l’ avvocato Dario Restuccia, referente del gruppo Uniti per Ponteschiavo: «Il disposto dell’art.32 della Costituzione è il presupposto normativo dal quale traggono origine le nostre istanze e le richieste di conoscere gli effetti che queste strutture hanno sulla salute delle persone». Informazione adeguata e misure di cautela per la prevenzione contro i rischi alla salute sono dunque le primarie richieste. Istanze raccolte dal Comitato cittadino 29 dicembre-RicostruiAmo Messina, che ha organizzato un tavolo di confronto con il dirigente del servizio Agenti Fisici dell'Ispra, Salvatore Curcuruto, il quale ha chiarito che la vicinanza tra i tralicci e le case non rappresenta un parametro direttamente significativo e proprio per questo tutti i regolamenti comunali che si fondano sulle distanze, in sede di ricorso, vengono spesso cassati. Per quanto riguarda il Comune di Messina, proprio alla luce di queste recenti segnalazioni, i consiglieri Daniela Faranda e Nicola Crisafi nei giorni scorsi hanno depositato una bozza di regolamento municipale per l'installazione e l'esercizio di impianti per radiotelecomunicazioni, ad oggi, ancora non esistente a Palazzo Zanca. La legge quadro 36/01 prevede la possibilità che ogni ente locale si avvalga di un proprio vademecum entro il quale iscrivere, in coerenza con quanto previsto dal quadro normativo, una serie di regole a cui attenersi. Vi è però una sentenza della Corte Costituzionale del 2003 che stabilisce l'impossibilità di porre vincoli al decreto 259 del 2003, il quale indica chiaramente che i beni di primaria importanza non si possono regolamentare con imposizioni che ne arginino la funzionalità. In un quadro che appare poco chiaro esiste poi una posizione “ufficiale” sugli effetti che queste onde avrebbero sulla salute: non si tratta di conclusioni allarmistiche quelle emerse dagli studi dell'Oms, che attribuiscono sì una relazione tra alcuni tumori al nervo acustico all'uso abituale, per anni e con frequenza elevata, dei telefoni cellulari ma, d'altra parte, sottolineano come le esposizioni di onde da impianti nell'ambiente siano di entità completamente diversa anche in virtù della presenza di strutture, muri e pareti, che schermano le radiazioni elettromgnetiche, comportando quindi livelli poco paragonabili a quelli prodotti dai cellulari a contatto diretto con una parte precisa, senza filtri e protezioni, per periodi prolungati. «Chiediamo che vi sia chiarezza a beneficio dei cittadini che si ritrovano dalla sera alla mattina con dei tralicci pressocchè dentro casa – ha concluso la presidente del Comitato 29 dicembre, Patrizia Midiri –, il nostro percorso è appena iniziato».

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