Ville con piscina classificate come ruderi, case ultrapopolari a piazza Duomo.
Un dato su tutti rende l’idea di come abbia funzionato, fino ad oggi, il “giochino” delle rendite catastali al ribasso: su 25 mila unità immobiliari censite nel centro città, oltre il 95% risultano essere economiche, popolari e ultrapopolari. Cioè con rendite bassissime, da cui derivano, in termini fiscali, tasse (Imu, Tasi, ecc.) altrettanto basse. Una situazione del tutto diversa da quella reale, che diventa ancora più clamorosa in altri casi: quelli di ville con piscina catastate come ruderi, quindi senza rendita catastale (e zero tasse) o i dati sulle unità immobiliari registrate ufficialmente come uffici e studi privati, appena mille nell’enorme porzione di città che va dal curvone Gazzi al viale Giostra.
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Case popolari (in fucsia le unità che risultano popolari al catasto)
Case ultrapopolari (in verde gli immobili catastati come ultrapopolari)
Sono i dati che emergono dalla dettagliata relazione redatta dagli uffici del dipartimento Politiche del territorio, che mira non solo a riqualificare una banca dati catastale ferma, di fatto, agli anni 30, ma anche a far emergere «fenomeni di evasione fiscale». Nei prossimi 7 anni, infatti, si stima di poter recuperare, a revisione delle rendite concluse, oltre 20 milioni di euro.
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