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Entro ottobre la nomina
del nuovo arcivescovo

Entro ottobre la nomina del nuovo arcivescovo

La svolta attesa non è arrivata. La Curia messinese verrà guidata ancora da un’amministratore apostolico, Benigno Luigi Papa, nominato lunedì al posto di Antonino Raspanti che torna a dedicarsi a tempo pieno all’Arcidiocesi di Acireale. Papa Bergoglio ha optato per prolungare il periodo di transizione, decidendo di non designare un nuovo Pastore per il territorio di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela. Una figura oggi cruciale per un comprensorio molto fragile sul piano sociale, umano, civile, politico.

Nell’universo ecclesiastico ci si attendeva una scelta diversa, così come anche in alcuni ambienti laici. Chiusa la parentesi Raspanti si pensava ad un ciclo definito e definitivo, non temporalmente limitato, che facesse tesoro del lavoro portato avanti in questi mesi e lo alimentasse con i pieni poteri che Papa, al pari di chi gli trasferirà il testimone, non avrà.

Ma perché non nominare subito un Arcivescovo? La versione ufficiale è collegata alle più complesse procedure che Papa Francesco ha introdotto per designazioni ed affidamenti di incarichi. Valutazioni che il Santo Padre porta avanti in prima persona attraverso ripetute consultazioni, diluendo oltremodo i tempi di proclamazione.

Secondo un’altra interpretazione, più semplicemente tra i nomi dei possibili candidati ad occupare la poltrona che fu di Calogero La Piana, non sarebbe stata individuata la figura che rispondesse pienamente a quella immaginata. Tutte saltate le ipotesi prospettate fino alle ultime che portavano ad una “promozione” di Raspanti, che avrebbe costretto ad una contestuale nuova nomina ad Acireale, o al vescovo Santo Rocco Gangemi, nunzio apostolico in Guinea e nel Mali. L’impressione attuale è che l’uomo che guiderà spiritualmente la sofferente Messina, possa venire scelto tra preti di frontiera, attualmente distanti dalla città così da essere lontano da qualsiasi interesse. E molto probabilmente sarà un nuovo ordinato, che abbia però già dimostrato “polso”.

Non è, non sarà una scelta facile, per questo sarebbe stata prolungata la fase di transizione, affidandosi ad uno dei vescovi più esperti del Sud Italia, prelato di una Chiesa d’avanguardia in grado di garantire stabilità e speranza in una fase molto delicata. É certamente un momento triste per mille ragioni, uno di quelli in cui non avere un’autorità morale su cui contare senza freni d’incarico, potrebbe pesare. Secondo quanto filtra, questa ulteriore fase non durerà comunque più di un semestre. La nomina del nuovo arcivescovo dovrebbe arrivare non oltre settembre, in modo da iniziare l’anno pastorale con una guida a tutti gli effetti, che plachi con la fede e la sensibilità le emorragie dello Stretto.

Superare lo stallo è troppo importante per una Curia che ha un’esigenza disperata di ritrovare credibilità e vicinanza alla gente. E intendiamo in questo senso l’istituzione, non la singola parrocchia che in molti rioni continua a rappresentare un punto di riferimento per centinaia di persone.

Un anno di commissariamento, forse, è un po’ troppo.

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