Sono scaduti ieri i contratti dei 66 precari, ex Lsu, in forza all’Atm. Entro fine anno si dovrà procedere alla stabilizzazione, anche perché dall’anno prossimo verranno meno i contributi della Regione per pagarli. Nel frattempo l’azienda ha deciso di prorogare i rapporti di lavoro con tutti i contrattisti. Tutti tranne uno. Che di fatto, da oggi, è “licenziato”. Una decisione forte, quella presa dai vertici dell’Atm, che però è la logica conseguenza della nuova linea che l’Amministrazione da un lato ed il direttore generale Foti dall’altro hanno voluto dare all’azienda. «Una decisione dolorosa – spiega Giovanni Foti – ma necessaria. Altrimenti agiremmo in contraddizione rispetto a tutto ciò che abbiamo fatto finora».
Colpisce che a non ottenere la proroga sia un solo contrattista su 66. Ma proprio quel dipendente, anzi, ex dipendente, aveva avuto nel tempo numerosi richiami disciplinari, era stato più volte avvisato, era stato anche trasferito da un settore all’altro, alla ricerca di quello che potesse essere più idoneo. Ma nonostante i provvedimenti, le relazioni dei vari responsabili di settore non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Disservizi, un numero spropositato di assenze per malattia, aggiunto a diverse assenze del tutto ingiustificate, ritardi.
Da qui la decisione: niente rinnovo del contratto. Con quello che, di fatto, finisce per diventare un licenziamento. «L’azienda non è uno stipendificio – spiega il dg Foti – né può cedere all’assistenzialismo. Noi stiamo procedendo con una valutazione complessiva della struttura organizzativa aziendale, guardando alle necessità e confrontando la nostra azienda con altre, siciliane e non solo. Presto entreranno in vigore i cosiddetti “costi standard”, cioè le aziende verranno misurate e valutate, e riceveranno di conseguenza i contributi, in base a specifici e rigorosi criteri. Ad esempio la produttività o i ricavi. Ecco perché, per poter dare un futuro all’Atm, dobbiamo eliminare le sacche di inefficienza. Abbiamo attivato una serie di procedure e di interventi volti a far rispettare regole semplici ma essenziali. Se si arriva, ad esempio, 10 minuti in ritardo o non si svolge un servizio perché all’ultimo ci si inventa un problema, non solo si crea un disservizio e un danno di immagine all’azienda, ma anche un danno economico».
Foti chiarisce: «Noi valutiamo attentamente tutto il personale, lo facciamo in particolar modo per il personale Lsu in ottica stabilizzazione. E per questo abbiamo deciso di non rinnovare un contratto. Non ce l’abbiamo con qualcuno in particolare, ma bisogna comprendere che l’azienda vuole creare discontinuità rispetto al passato. La salvezza dell’Atm passa dalle mani dei dipndenti, chiediamo solo che si cambino certi atteggiamenti. Solo rispettando le regole, l’azienda si salverà».(seb.casp.)