Non era soltanto una minaccia. L'annuncio dei giorni scorsi si è trasformato in un atto concreto. Sono stati in quattro a depositare all'Ars la mozione per chiedere il commissariamento del Comune di Messina e l’indizione di nuove elezioni per il rinnovo del Sindaco e del consiglio comunale. Il capogruppo e i deputati di Sicilia Democratica: Giambattista Coltraro, Carmelo Currenti e Salvatore Giuffrida, insieme con Salvatore Lentini di Sicilia Futura, hanno anche individuato la data per consentire ai messinesi di tornare subito alle urne e cioè il prossimo 5 giugno, scadenza già ufficiale in 28 Comuni isolani. I quattro parlamentari siciliani, i quali sottolineano che la mancanza del bilancio previsionale 2015 ha paralizzato l'Ente in ogni sua attività economica e istituzionale, definiscono incomprensibile il comportamento del sindaco e della giunta, soprattutto- spiegano- alla luce dei proclami di risanamento del Comune che invece vive uno dei periodi più bui della sua storia amministrativa. Quindi sussisterebbero tutti i motivi per lo scioglimento e la sospensione previsti dalla legge e l’assessore regionale per la Funzione pubblica e le Autonomie locali dovrebbe adottare i provvedimenti consequenziali. Di sfiducia al sindaco Accorinti si dovrebbe tornare a parlare domenica mattina, in occasione dell'assemblea provinciale dell'Udc, all'Europa Palace Hotel, sul tema: “La città metropolitana che vogliamo”. Nei giorni in cui Pd e Pdr stavano tentando di organizzare le fila per la raccolta delle firme in Consiglio comunale, il presidente dell'UDC Giampiero D'alia, pur avendo a sua volta ammesso di auspicare la fine anticipata di questa esperienza amministrativa, aveva preso tempo, annunciando per il 3 aprile la presentazione di un documento programmatico in cui non soltanto si sarebbe motivata la sfiducia, ma sarebbero state lanciate proposte e progetti per il futuro di Messina. Ma questo era ieri. Oggi si vedrà cosa succederà alla luce di quanto accaduto all'Ars, dov'è fallito il disegno di far coincidere il ruolo di sindaco della Città metropolitana con quello di primo cittadino del comune capoluogo. E una candidatura adesso, di fretta e furia, per aspirare a diventare soltanto sindaco di Messina si rende sicuramente meno appetibile per molti che invece erano già pronti a scendere in campo
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